Via dell’Oliviera: i possedimenti della famiglia omonima

Via dell’Oliviera, con tutta probabilità, deve il suo nome ad una famiglia omonima che aveva grandi possedimenti in quell’area.

Via dell’Oliviera inizia dal Ponte di Romana con un ampio spiazzo che in antico si chiamava piazzale di San Giovanni, per poi restringersi e in ripida discesa terminare di fronte al forcone formato con i Pispini. La parte iniziale fu ottenuta solo ai primi del secolo XIV, quando si decise di riempire il fossato antistante la porta di San Maurizio, oggi arco del ponte di Romana, per essere utilizzata dal 1320 come fiera equina, mentre la seconda parte si staccava dal fossato intorno al barbacane di Samoreci che, una volta colmato, divenne vicolo del Sasso.

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La sua etimologia è stata oggetto di dibattito ma è, con tutta probabilità, da ricondurre ad una famiglia Olivieri o Ulivieri che ha possedimenti in quest’area. Una famiglia con questo nome, infatti, è testimoniata a Siena sia nel XIII che nel XIV secolo: nel Costituto del 1262 (rubrica 107, terza Distinzione) il contratto stipulato dal Comune al tempo del potestà Ventrillio di Pisa, e dunque nel 1250, con cui si assicurava protezione all’Eremo del Vivo viene rogato “per manum Manuelis Uliverii, notarii”.

Alcuni membri della consorteria, inoltre, sono nominati all’inizio del ‘300, quando almeno alcune loro proprietà erano in cima a Salicotto, tanto che il Comune le acquistò per ampliare il Palazzo Pubblico sulla parte retrostante; già nel febbraio 1307 viene stabilito che il potestà potesse abitare a spese del Comune solo nel palazzo della Dogana, in quello degli Arzocchi o in quello degli Olivieri, poi il 15 gennaio 1308 il Comune acquista da Anselmuccio Ulivieri la terza parte di una casa posta vicino al Palazzo Pubblico, e infine il 15 febbraio dello stesso anno Neri e Meo figli di Pelacane Ulivieri vendono al Comune due terzi della loro casa posta nella contrada di Malcucinato.

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All’epoca, quindi, gli Ulivieri abitavano in Salicotto, ma abbiamo la prova che nel secolo precedente avessero possedimenti, perlomeno fondiari, dove poi una via urbana prese il loro nome. In un documento del 1222, con cui si progetta l’inclusione dei borghi di Castelmontorio e dell’Abbadia Nuova, un termine, ossia un confine, fu situato nella vigna presso quella degli Ulivieri, (“alium terminum miserunt in dicta vinea iusta vineam Uliverii”) che si può ritenere ubicata negli orti oggi dietro Fieranuova, visto che il termine successivo era quello della porta San Viene. La citazione è di straordinaria importanza perché conferma la validità della tradizione secondo la quale via dell’Oliviera deve il suo nome ad una famiglia che nel XII – XIII secolo fu proprietaria di tutti i terreni situati fuori porta San Maurizio.

Maura Martellucci

Roberto Cresti