Via del Porrione: l’antico “emporium”, il mercato della città

Porrione deriva dal termine latino “emporium”, che significa mercato. In età medievale, in via del Porrione vi era una fitta presenza di botteghe, specialmente di “carnaiuoli” e di genere alimentare.

Con lo stradario del 1931, il toponimo “Porrione” ha indicato il tratto di strada che dal Campo arriva fino a vicolo Magalotti, mentre da qui fino all’incrocio con via dei Pagliaresi ha assunto il nome di via San Martino. Diversa la situazione nei due stradari precedenti: in quello del 1789 la via del Porrione si stendeva soltanto da Piazza del Campo fino alla chiesa di San Martino, mentre da lì fino a Cane e Gatto prendeva il nome di via di Cartagine; in quello del 1871, invece, il nome Porrione addirittura scompare e tutta la via, dal Campo a via dei Pagliaresi, è denominata via di San Martino. Il toponimo “Porrione” è attestato per la prima volta dal Libro di Biccherna del 1226, nel quale tra i pagamenti effettuati ai balitori delle contrade cittadine, c’è anche quello ai due “de Porrione”.

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La sua etimologia è chiara ed incontestabile: Porrione deriva dal termine latino “emporium“, che significa mercato, luogo ove si vende la merce all’ingrosso, divenuto in italiano “emporio”. In età medievale il sostantivo fu volgarizzato, secondo un procedimento ben noto già all’erudito tardo quattrocentesco Bartolomeo Benvoglienti, né più né meno com’è documentato per altri toponimi senesi: trattandosi di un’intera strada destinata ad ospitare botteghe, fondachi, magazzini e tutto ciò che era connesso alla vendita delle merci, è probabile che il popolo la chiamasse “emporione”, intendendo un ricco ed esteso emporio, e da qui ad arrivare a Porrione il passo dovette essere assai breve. Ancora ai tempi dello stesso Benvoglienti, d’altronde, l’emporio senese era assai vivace e destinato soprattutto ai generi alimentari: “ivi era il luogo del mercato com’è adesso, per la quale cagione ebbe nome Emporio, cioè mercato, che ancora hora lo tiene, aggiuntavi la via che si chiama Porrione…Li mercanti di piazza ci tenevano le loro botteghe, perciocché fino al dì d’hoggi vi sono le botteghe di chi vende le cose ghiotte, del formaggio, della carne salata e simili“.

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Secondo gli antichi eruditi senesi, questa destinazione risalirebbe addirittura al periodo romano della città: via del Porrione, infatti, sarebbe stato un tratto del decumano, la strada principale della colonia militare “Sena Iulia” con direzione est-ovest, che s’incrociava, secondo i classici dettami urbanistici dell’epoca, con il cardine, la strada orientata in senso nord-sud, formando il foro nel loro punto di intersezione; ritenendo che questo si trovasse in corrispondenza di Piazza del Campo, il “Campus fori” medievale, il Porrione sarebbe stato una sorta di suo prolungamento, la parte superiore del mercato, dove si commerciavano le vettovaglie.
Forse la ricostruzione urbanistica fornita da questi studiosi è un po’ fantasiosa, ma non il fatto che questa zona era frequentata in età romana, come testimoniano alcuni ritrovamenti archeologici; altrettanto sicuro è che il percorso successivamente divenuto via del Porrione sia antichissimo e abbia conciso, almeno fino all’inizio del Duecento, con la via Francigena. Se per quanto concerne l’età romana è complicato avere certezze, non altrettanto si può dire per quella medievale, alla luce delle molte fonti che attestano inoppugnabilmente la fitta presenza di botteghe lungo il Porrione, con una certa prevalenza di quelle dei “carnaiuoli” e, più in generale, di generi alimentari.

Maura Martellucci

Roberto Cresti