Un sogno chiamato Sartiglia

Sono sempre rimasto affascinato dalla Sartiglia come da molte delle tradizioni sarde, gelosamente custodite nel corso degli anni da un popolo che fa della fierezza il proprio vanto.

Complice l’amicizia con un ex commilitone di Oristano con un amico ho deciso con un amico di fare una toccata e fuga in Sardegna per assistere alla Sartiglia del Martedì Grasso.

Ho trascorso diverse settimane a studiare il sito della Fondazione Sa Sartiglia per capire meglio tutto l’aspetto culturale che sta dietro a quella che è una delle più amate manifestazioni di tutta la Regione, mi sono guardato decine di video per capire tutto il lunghissimo ed emozionante cerimoniale per cercare di catturarne, con la mia macchina fotografica, gli aspetti più spettacolari.

Siamo arrivati ad Oristano la notte prima della seconda Sartiglia, la prima si tiene infatti la domenica ed è organizzata dal Gremio dei Contadini, la seconda di Martedì Grasso è invece organizzata dal Gremio dei Falegnami.

Di prima mattina, dopo aver esaminato il percorso della Corsa alla Stella e quello delle Pariglie, ci siamo diretti alla Fondazione Sa Sartiglia, autentico quartier generale dell’intera festa, a ritirare gli accrediti come fotografi.
Non appena ci siamo presentati siamo stati accolti con grandissimo calore, moltissimi degli appassionati di cavalli sardi conoscono ed amano Siena, tutti hanno visto il nostro Palio almeno un paio di volte ed hanno amici nelle nostre Contrade.
Abbiamo da loro scoperto che nelle tribune che fanno da contorno alle esibizioni ci sono sempre moltissimi senesi, affascinati da questo antico rito in cui cavalieri mascherati danno sfoggio della loro bravura.

Il primo atto ufficiale della giornata è stata la lettura del Bando da parte dell’Araldo nella centralissima Piazza Eleonora di Arborea davanti alle bellissime donne in costume tipico oristanese ed a moltissimi tamburini e trombettieri, da lì la folla si è riversata  nell’affollatissima sede del Gremio dei Falegnami per la Vestizione di Su Componidori (il Capocorsa) designato dal Gremio.

Un rito antico in cui le  “massaieddas”, giovane ragazze vestite con il costume tradizionale oristanese, si sono prese cura della vestizione di Davide Musu sotto gli attenti occhi di “sa Massaia Manna”, la donna che sovrintende al cerimoniale della vestizione che avviene sulla “mesitta”, un palco su cui si svolge l’intero rito.
Indumento dopo indumento la Vestizione si conclude con l’apposizione della maschera sul viso del cavaliere che, nella cultura popolare, si trasfigura così in “Su Componidori”, un semidio da cui dipende la fertilità della terra nell’imminente primavera. Le operazioni si concludono con il posizionamento del velo ricamato, del cilindro sul capo e con la sistemazione di una camelia rosa sul petto de su Componidori.

Tutto termina con brindisi di Vernaccia di Oristano che viene offerta a tutti i partecipanti e con l’arrivo del cavallo di Su Componidori; una volta montato a cavallo il Presidente del Gremio offre al Semidio “sa Pippia de maiu”, il doppio mazzo di pervinche e viole mammole simbolo della primavera che sta per arrivare.

Ci siamo così spostati davanti alla Cattedrale dove ha preso il via la Corsa alla Stella dopo un articolato cerimoniale in cui tutti i cavalieri hanno sfilato lungo le vie del centro.
93 cavalieri si sono così sfidati provando a centrare con la loro spada una stella forata sospesa davanti alla Cattedrale di Oristano contornati da una folla festante. A fine giornata le stelle centrate e di conseguenza i cavalieri premiati saranno ben 25 ed uno di loro si è addirittura aggiudicato la stella d’oro dedicata a chi è riuscito a fare centro nella Sartiglia di Domenica ed in quella del Martedì.

Alla fine dei tentativi dei cavalieri Su Componidori e Su Segundu, suo aiutante di campo, hanno riprovato a centrare la stella con uno stocco di legno, molto più grande della spada.

La stella non è stata centrata per pochissimi millimetri e Su Componidori, terminata la Corsa alla Stella, si è lanciato nella “Remada”, il saluto finale al galoppo in cui ha lasciato le briglie e si è sdraiato sul cavallo benedicendo e salutando i presenti con “sa Pippia de Maiu”, un momento veramente molto apprezzato dalla folla.
Appena terminata la Corsa alla Stella ci siamo diretti in Via Mazzini per la Corsa delle Pariglie in cui i cavalieri, a gruppi di 3, si sono lanciati al galoppo dando spettacolo in piedi sulle selle dei loro cavalli. Uno spettacolo molto bello che ha lasciato a bocca aperta gli oristanesi presenti ed ovviamente tutti i numerosi turisti.

Alla fine della manifestazione Su Componidori ha ringraziato il suo cavallo nelle sede del Gremio e, con la svestizione, è tornato ad essere Davide Musu!

Un’esperienza bellissima carica di emozioni, una splendida giornata in cui ci è apparso evidente quanto l’amore per i cavalli e per le proprie tradizioni avvicini moltissimo la Sardegna alla nostra città; alcuni dei personaggi coinvolti nell’organizzazione della Sartiglia ci hanno confidato come per loro la perfetta macchina organizzativa del Palio sia spesso fonte d’ispirazione per incrementare ulteriormente la qualità della loro manifestazione.

Antonio Cinotti