Un nuovo polo museale per l’Opera del Duomo di Siena, dentro al Santa Maria della Scala

Ripensare il museo, ripensare il turismo, connettere l’arte con la politica e occuparsi sostanzialmente della “rifunzionalizzazione” del complesso museale del Santa Maria della Scala. Progetto ambizioso che si avvale forse di termini poco facilmente pronunciabili. Ma architetti e persone di teatro saranno al lavoro “per una proposta per un museo alternativo al museo didattico dell’Opera del Duomo e, più in generale, di ripensare la fruizione dei musei ospitati da Siena. Quindi, sì, inevitabilmente ci occuperemo del turismo di massa. Sarà un’occasione e un’opportunità per ripensare Siena come se fosse un unico, grande museo urbano. Naturalmente perché ciò avvenga saranno necessarie alcune condizioni, come quella di ripensare mobilità e ospitalità cittadine. Quindi anche quest’anno chiamiamo in causa le amministrazioni locali. Il 7 ottobre, nella giornata di studi a Santa Maria della Scala, ci sarà l’opportunità di pensare un turismo diverso da quello che ha fagocitato Venezia, San Gimignano e Pienza, un fenomeno di massa che inquina le città senza quasi lasciare economie benefiche. Sarà un ragionamento specifico sulla progettazione di alcuni ambienti che toccherà temi come l’urbanistica, l’architettura, l’abitare (…)”. Così l’architetto Edoardo Milesi, che è fondatore della Scuola Permanente dell’Abitare nonché dello Studio Archos ma che è anche nel consiglio direttivo dell’Opera della Metropolitana di Siena, aveva spiegato in una intervista ad Artribune il senso del progetto.

Così, dal 4 al 12 ottobre 2020 la Scuola Permanente dell’Abitare, in collaborazione con lo studio di architettura Edoardo Milesi & Archos e il gruppo teatrale Dynamis, con il contributo della Fondazione Bertarelli, presenterà la Archos Summer School 2020 e il progetto sul Santa Maria della Scala: “Cercheremo di capire chi veramente ha il
potere e l’autorità di modificare la percezione dello spazio collettivo (…). Pensare di recuperare il patto sociale alla
base dell’abitare la città mediante la celebrata smart city tanto cara ai nostri pianificatori, ma che progressivamente abbassa il nostro livello di partecipazione/relazione mettendoci nella condizione di subire gli spazi più che viverli,
costituisce un limite al quale solo una città aperta fatta da cittadini in grado di creare un’interazione con le forme urbane (grazie alle proprie differenze) può sottrarsi” si legge sul programma dell’evento“. E ancora: “Gli studenti della Summer School 2020 dovranno progettare il nuovo museo per l’Opera del Duomo di Siena (dentro al Santa Maria della Scala), intendendo il museo non più come spazio della conservazione e dell’esposizione, ma come laboratorio di nuove visioni quindi aperto alla formazione e alla didattica, al confronto e al dibattito e nel quale il visitatore diventa spettatore critico, il pubblico diventa fruitore attivo e l’esperienza relazionale è partecipativa. Questo implica non solo una nuova narrativa all’interno del museo, ma anche un nuovo modello di museo. Un museo inclusivo, comunicativo, educativo in grado di coniugare identità, valori e dialogo rispondendo a esigenze etiche, politiche, sociali ed economiche. Insomma, un luogo di esperienza conoscitiva che sia anche un sistema dinamico di interpretazione del presente”.

Il prossimo 12 ottobre a Montalcino, nei locali di Ocra, il progetto verrà presentato all’Opera della Metropolitana (che però, considerando quanto si legge sul programma ufficiale, già lo conosce dato che ne è parte integrante) e al Comune di Siena.

Intanto, il 7 ottobre, al Santa Maria della Scala, è previsto un convegno relativo al turismo di massa. Sono previsti interventi  – dopo il saluto del rettore Dell’Opera della Metropolitana Pratesi e del presidente dell’ordine degli architetti Valente, del sindaco De Mossi, del vicerettore Opera Giuseppe Acampa, del soprintendente Andrea Muzzi, del consigliere Opera del Duomo Maurizio Di Stefano, dell’architetto Gianni Bulian. Ospite d’eccezione Tomaso Montanari.

K.V.