Turista fuori stagione: un inverno insieme a Leonardo e Raffaello

A dimostrazione che anche in bassa stagione ci sono attrattive turistiche di grande qualità, i prossimi mesi permettono di intrecciare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci (2019) e di Raffaello Sanzio (2020) e di avere la possibilità di passare un inverno inedito e magnifico in compagnia di questi due grandi artisti universali.

Perché ad Urbino, nella Galleria nazionale delle Marche, è già iniziata la grande mostra su “Raffaello e gli amici di Urbino”, che sarà aperta fino al 19 gennaio del prossimo anno, mentre – anche senza andare alla esposizione monstre al Louvre di Parigi – il Castello Sforzesco di Milano ospita addirittura fino ad aprile 2020 la sua “Leonardo mai visto”.

Sarà invece inaugurata domani, sabato 23 novembre, la mostra “Leonardo, anatomia dei disegni” al Museo Poggi di Bologna, mentre dal 12 dicembre sarà la Biblioteca nazionale di Napoli a dare il proprio contributo alle celebrazioni con “Leonardo ed il Rinascimento nei codici napoletani”.

E a quel punto inizierà la primavera, con altre iniziative dedicate a Raffaello, in particolare in Umbria, anche se purtroppo non ci sono ancora date certe da comunicare.

Tutto questo per dire come siano sufficienti due “pretesti” come gli anniversari per vivacizzare una stagione turistica e invitare ognuno di noi a visitare luoghi e città, a cui magari non pensiamo, ma che sono invece sempre lì ad aspettarci. Perché bisogna sempre avere presente che per trasformare ognuno di noi in un “turista” serve un motivo, un invito, un’occasione per farci preparare la borsa o la valigia e mettersi in movimento. E qui sta tutta l’importanza della comunicazione turistica.

Ad esempio lo Stendardo della Santissima Trinità – una delle primissime opere di Raffaello – è in esposizione permanente alla Pinacoteca di Città di Castello e può essere visitata sempre, con un biglietto di appena 6 euro.

Ma se non si parla dei 500 anni dalla morte di Raffaello – e senza questo articolo che lo segnala – nessuno ci pensa.

Roberto Guiggiani