Sboccia la cultura con la primavera del FAI

Appuntamento con le giornate nazionali di primavera del FAI Fondo Ambiente Italiano, che questo fine settimana (19 e 20 marzo dalle 10.00 alle 17.30) porteranno il pubblico alla scoperta delle bellezze nascoste del territorio. Per Siena, il programma porterà avanti il progetto iniziato tre anni fa, con l’iniziativa volta a rendere facilmente fruibili quei luoghi storico artistici che, solitamente, sono chiusi al pubblico o poco conosciuti, così da aprire una finestra in più sul patrimonio culturale della nostra città. Siena è ricca di veri e propri fulcri di bellezza, perle incastonate tra le mura cittadine ma di cui, purtroppo, si conosce ben poco. Per dare l’opportunità di riscoprire i tesori del territorio un pezzo alla volta, il programma delle giornate di primavera seguirà l’itinerario a tema “Le chiese dei conventi femminili nel terzo di Città” che sarà composto da tre diverse tappe: si partirà dalla chiesa delle Trafisse e dalla Fonte delle Monache in via delle Sperandie, proseguendo con il convento di Santa Marta in via San Marco e terminando con la chiesa oratorio dei Santi Pietro e Paolo della Contrada della Chiocciola.

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L’evento è stato presentato durante la conferenza stampa nella sede della polizia in via delle Sperandie, alla presenza del capo delegazione FAI provinciale Donatella Capresi, dell’assessore comunale alla cultura Massimo Vedovelli, del questore Maurizio Piccolotti, del presidente dell’associazione La Diana Paolo Leoncini, e del priore della Contrada della Chiocciola Mauro Sani. Gli oratori sottolineano l’importanza dell’iniziativa, sopratutto per la città e per i cittadini che sono (a volte inconsapevolmente) circondati da un patrimonio artistico inestimabile e che il Fondo Ambiente Italiano vuole promuovere e valorizzare attraverso queste giornate, grazie all’aiuto dei volontari e dei giovani apprendisti ciceroni delle scuole senesi.

“Questi beni, non essendo goduti, aumentano le difficoltà per il loro mantenimento”  ha sottolineato con preoccupazione e amarezza Donatella Capresi.

Sono luoghi di inestimabile valore, immersi nella storia dei loro fautori come la chiesa delle Trafisse che brilla tra gli affreschi del Folli, raffiguranti la Natività, l’Annunciazione e la Visitazione, mentre basta alzare gli occhi per restare impressionati dalla volta realizzata dal pittore Giuseppe Nicola Nasini, dove è stata rappresentata l’Assunzione della Vergine. La chiesa è la punta di diamante del convento delle Trafisse, prima tappa dell’itinerario che si snoda dalla chiesa alla fonte risalente al primo ventennio del trecento e che veniva usata quotidianamente dalla monache, da qui il nome Fonte delle Monache, con cui oggi è conosciuta.

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Tra questi, vi sono luoghi che narrano storie cittadine, proprio come l’ex convento di Santa Marta. Esso ha ospitato le monache di clausura agostiniane fino ai primi anni dell’Ottocento, per poi trasformarsi in casa di detenzione e, in seguito, in orfanotrofio. Oggi, alcuni locali ospitano l’archivio storico del comune di Siena, ma il chiostro del convento conserva parte delle decorazioni trecentesche, mentre le decorazioni murali più antiche si trovano nell’antica chiesa, attuale sagrestia.

Sono le parole del priore della Chiocciola che ci descrivono un’altra categoria di beni che devono essere valorizzati: “Purtroppo, le chiese di contrada non sono inserite in nessun percorso di visite e non vengono fruite se non per le attività contradaiole, è per questo che la contrada apre le porte del suo oratorio, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, assegnata alla Chiocciola dopo che il convento delle monache di San Paolo fu soppresso con le riforme napoleoniche”.

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Le giornate di primavera forniscono una grande opportunità, una palla da cogliere al balzo per non lasciar morire la memoria storica di quanto ci circonda e un impegno civile a cui si è chiamati a rispondere con interesse, rispetto e con una punta di orgoglio verso la nostra bella città.

Arianna Falchi