Le stelle e la città (quando la cucina è un atto d’amore): ecco il nuovo Mugolone

Della riapertura dello storico ristorante Da Mugolone avevamo già parlato ampiamente al momento dell’inaugurazione.
Della novità nella novità, no. Ed è arrivato il momento di farlo ora che il ristorante ha compiuto la sua formazione societaria e si affaccia su via dei Pellegrini con quell’aria accogliente di chi ha molto da raccontarti.

I suoi piatti, le sue delizie hanno cresciuto intere generazioni. La passione dedicata alla cucina fatta in casa, l’ambiente familiare e accogliente lo resero tra gli anni’50 e ’60 uno dei ristoranti più famosi della città. Oggi che rinasce grazie alle idee imprenditoriali della famiglia Causarano, Mugolone vanta un’organizzazione che crediamo degna di nota perché trasforma il ristorante in un luogo dove la cucina è un vero atto d’amore e di apertura verso il mondo e dove il salotto buono della grande Siena diventa sede di sperimentazioni e contaminazioni.

Questo ci piace. Una ventata di novità, di buona comunicazione, di gratificazione per chef e clienti che vale la pena di essere raccontata perché oltre al cibo, per noi è importante l’esperienza.

E mentre osserviamo Giulia Causarano con il marito che vestono di Natale il ristorante (a proposito, un’occhiata al menù delle Feste datela, vale la pena) non possiamo non apprezzare la freschezza delle scelte che portano il locale quasi ad essere teatro: sul palco pittori e cuochi vanno di pari passo tra presente e passato, tra ricordi e novità, tra la tradizione della colazione dei giorni di Palio e gli che stellati . E per celebrare la stella Michelin conquistata da Senio Venturi de L’Asinello (regista della cucina di Mugolone dove lo chef è Daniele Dattoli), l’idea di mettere insieme due amici, le stelle e la città è stata geniale: una cena a quattro mani preparata da Senio Venturi e dall’amico Simone Cipriani che a Firenze gestisce L’Essenziale, locale che sa parlare al pubblico e che per molti versi è simile a Mugolone.

Non vorremmo soffermarci tanto sul menù, per il quale abbiamo letteralmente perso la testa quanto sulla capacità che i due chef hanno avuto di colpire al cuore i commensali, forti dell’idea giovane di andare oltre rimanendo con i piedi ben saldi tra la cucina più genuina di Siena e Firenze. E allora la ribollita e le animelle diventano un tuffo nei ricordi e delle storie dei nonni, yuzu e tamarindo regalano sogni pensando all’Oriente secondo la passione per la cucina giapponese che influenza la passione di Simone Cipriani, la lepre e il rabarbaro, con gli gnocchetti, fanno intuire il motivo della stella a Senio Venturi mentre gli gnudi ci fanno assaporare il calore del pranzo in famiglia.

Da Siena a Firenze, passando per il Giappone così lontano eppure per molti aspetti così vicino alla cucina di casa nostra (come aveva sottolineato l’eclettico Simone Cipriani), l’idea del menù a quattro mani ha entusiasmato il pubblico, noi per primi.

Giusto perché crediamo che la vita vada goduta fino in fondo e questo nuovo Mugolone è una delle esperienze da non farsi mancare.

Katiuscia Vaselli