Quando dalla peste del 1630 nacque il Palio (alla tonda) e la Madonna di Provenzano “ci mise mano”

Era il 1633 e gli effetti della peste che solo tre anni prima aveva colpito duramente gran parte dell’Italia si facevano ancora sentire. Il tradizionale palio alla lunga che si teneva il 14 agosto per onorare Santa Maria Assunta era stato sospeso. Ma i senesi, senza Palio, proprio non ci potevano stare. I governanti di Siena non se la sentivano, ancora, di far venire in città i grandi destrieri (i berberi) delle prestigiose scuderie dei signori (Estensi, Sforza o Gonzaga che fossero), e, soprattutto, non se la sentivano di far entrare, in una città che si era salvata dal contagio, tutto il codazzo di “barbarescanti”, servitori e altri soggetti che sarebbe arrivato per il prestigioso palio dell’Assunta.

Come fare, dunque, per conciliare la voglia di palio dei senesi ed il timore di rovinare tutta l’opera di salvezza compiuta?

I Signori di Balìa ripensano ad una proposta avanzata nel lontano 1605 da due loro antecessori: Fortunio Martini e Gismondo Santi. In quell’anno i due avevano fatto calcolare la lunghezza del percorso del palio alla lunga e avevano suggerito, dato che più o meno i metri erano quelli, di far fare, al suo posto, tre giri di Piazza del Campo ai cavalli, proprio come da tempo si faceva durante le bufalate. Essi, si legge nella relazione stilata al tempo, “sono andati pensando doversi fare il medesimo [percorso fatto dalle bufale] da barbari corridori di detto eminente Palio, con accomodare il corso ottimamente chiuso et arrenato et assicurato in guisa che non si porti pericolo alcuno né da quelli spiritosi animali, né da qual sia sorte di spettatori”. Tra l’altro il palio alla lunga che, al tempo, partiva da dentro Porta Romana (davanti alla chiesa del Santuccio) e arrivava al duomo, non poteva essere seguito per intero, logicamente: “la carriera ordinaria in un punto sparisce altrui dagli occhi e si scorge con fugacissimo trattenimento a parte per parte, ma questa volta si vedrebbe tutta insieme e da ogniuno con più lungo spatio ed in somma mentre ella durasse”.

Inoltre, si era già pensato, in quel lontano 1605, di “affidare” il Palio in Piazza, quello alla tonda, come poi verrà chiamato, alle Contrade.

Ma perché nel 1605 Fortunio Martini e Gismondo Santi elaborarono questa nuova idea di corsa? A Siena, tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 si era sviluppato un nuovo culto, forte e altamente sentito dal popolo: quello della Madonna di Provenzano. Lo sapete tutti ma ve lo riassumo in breve: era accaduto che una statuina in terracotta raffigurante la Vergine si fosse messa a concedere grazie dopo che (così vuole la tradizione) un soldato spagnolo (siamo prima del 1552, dunque) le aveva sparato mutilandola delle braccia e “facendo a pezzi” il figlio Gesù che teneva in braccio (in origine, infatti, la Madonna di Provenzano raffigurava una Pietà). Si diceva che a Siena la venerazione per l’icona mariana salvifica era così forte che si decise, col placet papale che ne riconobbe la vocazione miracolosa, di costruirle una chiesa, una “casa” per proteggerla, dato che fino ad ora si trovava incastonata in una parete esterna di una delle tante povere case di quel rione malfamato. L’edificio viene completato nel 1604 (ma sarà consacrato nel 1611) e la chiesa della Madonna di Provenzano (come da questo momento viene da tutti chiamato l’edificio dedicato, in realtà a Santa Maria della Visitazione) si trasforma in un vero e proprio polo civico-religioso insieme alla cattedrale. E’ nel contesto di questo fervore religioso che nasce, in quel 1605, la suggestione di celebrare la Madonna con un palio alla tonda da far disputare alle contrade.

E se, sul momento, la proposta cadde nel vuoto, nel 1633 la Balia effettua una sorta di sondaggio “popolare” per verificare la possibilità di mandare ad esecuzione la vecchia idea e, “grazie” alla peste, il 15 agosto del 1633, la Tartuca (in Comune ne riconoscerà la vittoria solo con una delibera del 1896) trionfa nel primo Palio alla tonda disputato in Piazza del Campo e dalle Contrade. Palio che, per quella volta, prese il posto, anche nella data, il 15 agosto, del tradizionale palio alla lunga.

Il Palio alla tonda, in Piazza, con le Contrade, sarà istituzionalizzato nel 1656. Sarà il Palio del 2 luglio e sarà, guarda caso, il Palio che, da allora, si corre per onorare la Madonna di Provenzano.

Maura Martellucci