Palio, stasera la sorte decide per l’Assunta

Si ricomincia da Leocorno, Pantera, Civetta, Drago, Tartuca, Nicchio e Giraffa. Mentre aspettiamo l’esito dell’estrazione e della sorte, ricordando che finalmente dopo alcuni anni di sorteggi “anomali” con più di tre Contrade, quest’anno si è tornati al numero tradizionale previsto. E facciamo un po’ di storia, intanto rendendo merito al Rettore del Magistrato Guido Chigi Saracini di aver reso spettacolare e sentita la cerimonia di questo importante passaggio paliesco. Siamo infatti alla fine degli anni venti del novecento: fino a questo momento l’estrazione avveniva soltanto in una stanza chiusa del Palazzo Pubblico, alla presenza dei Capitani ma in un momento qualsiasi, magari di mattina di un giorno lavorativo, quando andava bene a tutti i presenti. Si tiravano a sorte le Contrade, poi la notizia si diffondeva lentamente per tutti i rioni. Il Rettore Conte suggerì una nuova formula e tutto il Magistrato delle Contrade volle seguirlo con grande slancio. Non c’era stata fino a quel momento nessuna esposizione di bandiere. La data fondamentale, con delibera del Podestà, è quella del maggio del 1929 dove si stabiliva che, oltre alle consuete e previste tre Contrade, fossero esposte le bandiere delle altre sette che già correvano d’obbligo. Ma quello che oggi noi vediamo e che ci sembra una regola e una formula vecchia di secoli, in realtà è dell’agosto del 1933 con il rito e poi l’esposizione delle bandiere. Il tutto fu di domenica ma alle ore 11. Dopo quattro anni ecco l’assestamento definitivo. Siamo nel 1937: tutto resta uguale ma l’orario è quello del pomeriggio. Da allora, e sono passati diversi decenni, tutto è fondamentalmente uguale. C’è solo una modifica del maggio del 1980 e che riguarda esclusivamente la questione delle Contrade che sono squalificate. Questa piccola storia ci permette di affermare che talvolta il nostro Palio vive di alcune certezze che è bene sfatare. Certe regole non arrivano dai settecenteschi giorni in cui le carriere alla tonda presero il sopravvento. Sono invece frutto di lente e pensate modifiche, di continui aggiustamenti dovuti ad esigenze che si sono presentate nel tempo. Questo ci permette di distinguere gli avvenimenti “storici” del Palio in tre distinte categorie: quelli della tradizione, le corse di Provenzano e dell’Assunta, quelli del regolamento, come proprio l’estrazione che deve avvenire entro un certo numero di giorni dal Palio, e quelli della consuetudine, ad esempio la presentazione del drappellone, che avviene dagli anni ottanta nel Cortile del Podestà. Insomma, non facciamo diventare storico ciò che invece è qualcosa di relativamente recente perchè nel Palio, per fortuna, quasi tutto è formalmente modificabile.

Massimo Biliorsi