I dieci fantini alla lavagna

Le pagelle di Siena News ai dieci fantini che hanno corso il Palio del 2 luglio 2016.

Scompiglio: La sua è stata una corsa magistrale. Alla mossa prima battaglia con Turbine, poi è furbo a nascondersi nel momento decisivo. Ha saputo capire come gestire la forza di Preziosa Penelope e l’ha lanciata verso la vittoria al momento giusto, né prima né dopo. La sua gagliardezza in corsa non è mai stata messa in discussione, in passato hanno fatto storcere la bocca alcune sue decisioni sui cavalli da montare.

Tittia: Ha fatto tutto quello che poteva fare. Dopo aver preso la mossa a comando, ha lanciato Quadrivia sul tufo. La cavalla però al primo San Martino ha iniziato ad avere problemi a un ferro. L’Atzeni ha cercato di rintuzzare gli attacchi del Drago e dell’Oca, ma niente ha potuto con l’arrivo prepotente della Lupa. Il suo lavoro durante i quattro giorni di Palio è stato encomiabile, anche se probabilmente ha inciso sulla resistenza di Quadrivia. Restano dei dubbi sulla sua gestione del Palio a terra, perché alcuni suoi “uomini” non sono all’altezza del compito.

Trecciolino: L’Imperatore resta un grandissimo fantino, uno dei pochi capace di cambiare “ruolo” nel corso del Palio. Alla mossa è stato decisivo quando si è infilato tra Lupa e Istrice. Per la contrada di Vallerozzi il Palio è cambiato in quel momento. In corsa cerca di attaccare il Nicchio, ma l’esordiente Phatos De Ozieri non riesce ad avere il cambio di passo. Quando vede arrivare la Lupa al terzo giro non la ostacola, provando a proseguire per la propria strada.

Gingillo: Alla mossa viene schiacciato dalla Lupa e sbatte in un colonnino. Poi Giuseppe Zedde inizia una corsa incredibile, cesellando delle traiettorie perfette. Fa tutto quello che può ma Porto Alabe è un cavallo “passista”, che non ha cambi di velocità. Rispetto al passato Gingillo è apparso molto più sicuro delle proprie, indubbie, qualità. L’Oca è da sempre la contrada – vedi Aceto, Trecciolino e Tittia – capace di formare i fantini vincenti, quindi il “trattamento Fontebranda” potrebbe aver dato la svolta giusta allo Zedde.

Bighino: Fa quello che può con Mocambo. Parte fra i primi e prova a stargli dietro, senza riuscirci. Come al solito lotta come un leone, ma come sempre non è nella situazione giusta per fare quel qualcosa in più che lo possa portare primo al bandierino. Forse è demerito suo, forse dei cavalli che monta, probabilmente resteremo con questo dubbio per il prosieguo della sua carriera.

Bellocchio: Parte dignitosamente con il cavallo e il posto alla mossa che ha. Rimane esterno fino a San Martino e poi viene falciato dalla caduta della Chiocciola. Non può essere giudicato su altro.

Brigante: Dà la mossa a chi la deve dare, ma poi si rende protagonista di un Palio incolore. La delusione è dovuta, più che alla corsa di ieri dove montava un cavallo esordiente, alle aspettative che si erano create intorno alla sua figura questo inverno. Il Sanna deve ancora dimostrare il suo valore reale sul tufo, forse sarebbe più giusto considerarlo per quello che è ora, non per quello che potrebbe essere.

Turbine: Elias Mannucci è stato travolto da un gioco più grande di lui. Appena entrati fra i canapi cerca di ostacolare Scompiglio nella Lupa, ma dopo la prima mossa se ne disinteressa completamente. Dopo la mossa ha cercato di mandare Smeraldo Nulese, ma senza risultati. Turbine pagherà sicuramente un Palio infelice, sbagliato da lui sul tufo e impostato male.

Girolamo: Ennesimo Palio incolore di Alessio Migheli. Il cavallino Raktou era fra i peggiori del lotto, ma il fantino senese non ha dato una spinta in più per tirargli fuori che quello non aveva. Alla mossa è stato quasi travolto dalla spinta di Drago e Istrice, poi a San Martino è caduto, forse per un cedimento del barbero, forse per un errore suo. Al dodicesimo Palio corso potevamo aspettarci di più.

Tremendo: La sua presenza in Piazza è stata del tutto ininfluente. Dopo non aver preso la mossa, non ha nemmeno mandato Renalzos, forse spaventato dalla caduta durante le prove. Francesco Caria, che si dimostra ottimo allenatore – Preziosa Penelope è infatti nella sua scuderia –, non sembra avere il Palio di Siena nelle proprie corde.

Emilio Mariotti