Palio, l’analisi delle sanzioni. Senio Sensi: “Discontinuità assoluta e ingiustificata, un lavoro discutibile”

Il nuovo Assessore al Palio, Tirelli, inizia il suo lavoro col “botto”.
Il Sindaco, rompendo una consolidata tradizione, aveva anticipato che – forse – la giustizia paliesca avrebbe compiuto il primo passo tra i due palii; non era sfuggito a nessuno che tale scelta era motivava dal fatto che per la Carriera di Luglio molte erano state le infrazioni al regolamento che avevano ritardato, inaccettabilmente, la partenza.
L’intento è chiaramente quello di usare l’arma delle punizioni come deterrente per evitare riproposizioni ad agosto. Speriamo che la decisione ottenga lo scopo e non faccia invece scattare rabbiose reazioni.
Nel merito si è voluto punire i responsabili dei danneggiamenti alle avversarie che avevano inficiato la regolarità della partenza. Le Contrade hanno il diritto di intralciare l’avversaria ma esiste un limite oltre il quale non si può andare. Questo limite era stato raggiunto anche nel recente passato ma la risposta di chi amministrava la giustizia paliesca – giusto o sbagliato che fosse – non era mai stata così rapida e pesante.
Nessuno si aspetti che Contrade e fantini colpiti dalle proposte di punizione accettino tacitamente: non è mai successo e stavolta anche meno. Perché in molte delle possibili penalità c’è discontinuità assoluta e questo rende discutibile tutto l’impianto che è stato predisposto.
Per chiarezza: concordiamo pienamente che, per motivi facilmente intuibili, cavalli e fantini non possono stare più di un’ora tra i canapi. Più volte Contrade e Comune hanno cercato di meglio codificare i momenti che precedono la corsa non tanto tramite gli articoli del regolamento ma con note aggiuntive. A nulla questo è servito e di tanto in tanto il rischio del rinvio al giorno dopo si ripropone. Quindi il problema non è la punibilità o meno di certi comportamenti ma la incoerenza assoluta che da tempo si manifesta. Per chiarire esemplifichiamo. 2016: bagarre al canape tra Pantera Aquila e proseguimento dell’azione anche dopo la partenza: in questo caso non fu applicata nessuna sanzione. 2017: atteggiamento ripetuto, ma con meno insistenza, tra Oca e Torre: ammonizione alla Contrada e squalifica al fantino. 2018: frequente cambio di posto del fantino del Valdimontone (ma senza ostacolo particolarmente rilevante all’avversaria): 2 palii di squalifica al fantino e deplorazione alla Contrada. In sostanza, per quanto riguarda il fantino, la proposta di penalità appare sproporzionata rispetto, ad esempio, a quella comminata quando il fantino della stessa Contrada disarcionò, dopo la partenza, quello dell’avversaria!
Evidentemente tutto questo richiama il concetto (il Sindaco, avvocato, ci insegna) della (in)certezza della pena e di conseguenza fa pensare ad una giustizia amministrata in maniera arbitraria o comunque…ingiusta. Non si dica che “è cambiata la Giunta”: nessun cambio giustifica, su questo tema, la discontinuità del passato col presente.
Cosa fare: se davvero si desidera una maggiore equità nelle punizioni è indispensabile che venga formata e soprattutto rispettata una griglia in base alla quale a parità di comportamento trasgressivo corrisponda identica sanzione: è tema vecchio, sempre lanciato ma mai applicato! Fermo rimanendo che ci possono essere considerazioni su aggravanti o attenuanti che, comunque, non possono stravolgere la giurisprudenza.
Incomprensibile la doppia ammonizione a Gigi Bruschelli per la medesima infrazione: una per aver cambiato posto e l’altra per essere in posizione più vantaggiosa (?): se una cambia posto non va a cercarsi di certo una posizione “scomoda”. Nel recente passato, per alcuni fantini, il cambio di posto non è stato preso nemmeno in considerazione…
C’è poi il problema del fronteggiamento tra contradaioli del Nicchio e del Valdimontone che sono stati ritenuti, per le modalità con cui si sono svolti, in linea con la tradizione e non punibili. In linea teorica sono d’accordo ma questo – non sfuggirà a nessuno – non so quanto agevoli situazioni in giudizio da parte della giustizia ordinaria. E se si vuol passare sotto silenzio la famosa “fogata” senza conseguenze che finisce all’arrivo dei Vigili, allora non si può deplorare la Contrada che ha iniziato perché “ha interrotto il Corteo”: forse si dovevano dare appuntamento in Pantaneto?
In definitiva: è giusto usare anche la mano pesante per gravi trasgressioni ma non si può modificare la linea in base al “periodo” o, peggio, ai responsabili.
Molto altro c’è da dire ma per il momento è d’obbligo fermarsi qua. Di sicuro la famosa “Commissione per la Revisione del Regolamento” dovrà essere riconvocata e affrontare tantissimi temi: tempi, modalità, sanzioni magari prevedendo norme applicative con riferimento anche ai tempi della Mossa. Alcuni anni fa il Mossiere, dopo aver chiamato insistentemente la rincorsa, decise di abbassare il canape e considerare buona la partenza. In materia, negli anni, è successo di tutto e di più. Occorre un più preciso indirizzo senza negare totalmente quei “giochi” che sono l’anima della partenza. Difficile? Certo, ma occorre provarci perché il danno che ne deriva è troppo grande. Sulla Mossa del 2 di luglio una piccola chiosa: la terza partenza (quella ritenuta valida) era la peggiore delle tre quanto a forzatura del canape. Se il Mossiere aveva avuto la giusta determinazione nell’annullare le due precedenti, coerenza avrebbe voluto che annullasse anche la terza pur con il rischio dell’incombente oscurità.

Senio Sensi