Monteriggioni, sentinella della storia

Un anno fa Monteriggioni compì ottocento anni. In quell’occasione, il Comune portò a compimento un progetto che aveva preso corpo qualche anno prima: celebrare la ricorrenza con un convegno scientifico che analizzasse la storia del castello e il suo ruolo di  sentinella del territorio.

Gli atti di quell’incontro (“Monteriggioniottocento. 1214-2014”, Betti editrice) saranno presentati a Monteriggioni la sera di venerdì 25 settembre (alle 18, nella Sala Dante Alighieri, via I Maggio).

Nell’evento del 2014, a ripercorrere la storia di Monteriggioni furono alcuni dei più prestigiosi studiosi italiani e stranieri, i quali tracciarono un quadro suggestivo del peso che Monteriggioni ha avuto, per secoli, in questa parte di Toscana. Arcigno presidio antifiorentino (la “corona” di torri che impressionò Dante) e insediamento di controllo senese in un’area di forte presenza aristocratica ed ecclesiastica (il vescovo di Volterra, la signoria di Abbadia a Isola), Monteriggioni fu anche il centro organizzativo della messa a coltura e dello sviluppo del territorio.

“La fondazione di Monteriggioni – scrive nel volume Paolo Cammarosano – rappresenta un fatto di eccezione nel quadro generale delle formazioni delle sovranità cittadine sui territori e un fatto particolarmente eccezionale nel caso senese”.

Su quale contesto sorse il castello? A questo risposero gli archeologi. Con quali poteri locali andò a confliggere? A quale modello – non solo locale – rispondeva una fondazione come questa? In quale modo, durante la guerra del 1554-55 gli imperiali riuscirono ad aver ragione di una macchina da guerra inespugnabile? A ciò risposero gli storici. E, infine, quale era il peso in termini di “comunicazione” politica di una cosa apparentemente secondaria come la lapide che, al momento della fondazione fu apposta sopra la porta di accesso delle mura? A questo risposero epigrafisti e paleografi.

La fondazione di Monteriggioni – scrive Chris Wickham, medievista dell’Università di Oxford – è un fatto che riguarda Siena, ma che segna la fisionomia dell’intera toscana fino a metà del Cinquecento: “La stabilizzazione del confine tra Firenze e Siena e l’importanza, non immediata, ma crescente,  di questa precisa linea dovettero moltissimo alla formazione di questo castello” e continua “La vittoria dei confini cittadini fu, a ben vedere, il segno più chiaro del secolare successo strategico di Monteriggioni”.

Quei temi, quei percorsi, quelle diverse metodologie, quelle suggestioni saranno ripercorse nella presentazione del 25, illustrate direttamente dagli studiosi che parteciparono al convegno del 2014 e che hanno firmato i saggi compresi nel volume.