Le tracce della prima prova dell’esame di Stato: alcune considerazioni

Le tracce della prima prova dell'esame di Stato: alcune considerazioni (di Francesco Ricci)

Quattro tipologie di prova (analisi testuale, redazione di un saggio breve/articolo di giornale, tema di argomento storico, tema di ordine generale), sette opzioni, sei ore di tempo per lo svolgimento. Nello specifico, infelicissima mi pare la scelta di un passo di Umberto Eco (non l’Eco autore di romanzi più o meno riusciti, bensì l’Eco autore di saggi) per quanto concerne l’analisi del testo.

Sia chiaro, le questioni toccate sono affascinanti e di cruciale importanza per chi si occupi di letteratura (il rapporto tra quest’ultima e la lingua di un popolo, il concetto di identità nazionale, il significato di interpretazione di un’opera, la dialettica italiano parlato / italiano scritto), ma si collocano, in larga parte, al di là delle conoscenze di un maturando. Non solo, ma l’approfondimento pare concepito apposta per far raccogliere in modo disordinato quel poco che l’arbitrio (gli “incontrollabili impulsi” di cui parla Eco) pare suggerire allo studente.

Riguardo, poi, alla tipologia B, che, a mio avviso – ma, si sa,  il Ricci è un soggetto politicamente scorretto e acremente polemico – neppure dovrebbe ricevere cittadinanza nella scuola superiore di secondo grado, distinguerei tra l’ambito artistico-letterario (“Il rapporto padre-figlio”), quello storico-politico (“Il valore del paesaggio”) e quello  tecnico-scientifico (“L’uomo e l’avventura dello spazio”), accompagnati da un buon corredo di documenti, e quello socio-economico (“Crescita, sviluppo e progresso sociale. E’ il PIL misura di tutto”), dove non avere inserito un brano di Zygmunt Bauman o di Serge Latouche a me pare di estrema gravità, anche perché avrebbe consentito agli studenti di confrontarsi col pensiero di due testimoni attenti (e fortemente critici) del trionfo del “capitalismo globale”. Il tema di argomento storico invita a riflettere sull’importanza di un anno, il 1946, che vede per la prima volta le donne italiane chiamate al voto, in occasione delle elezioni amministrative nel mese di marzo e del referendum tra monarchia e repubblica nel mese di giugno.

Un argomento forse più adatto a chi segue l’attualità e legge i giornali che non a chi conosce bene il programma svolto nel corso dell’anno: prova ne è che  nella mia commissione d’esame su 41 alunni nessuno lo ha scelto, nonostante la preparazione e la serietà dei loro docenti di storia. Infine, l’ultima tipologia, il tema di ordine generale, quello che gli addetti ai lavori chiamano anche tema di attualità.

Molto bello, difficile ma non certo impossibile, perfetto per gli studenti del Liceo classico dal momento che i concetti di confine, frontiera, familiare / spaesamento, occupano un posto di rilievo già all’interno della civiltà greca e della civiltà latina, questo tema può già aiutare i commissari a misurare lo scarto che esiste tra chi in questi cinque anni – e non certo per colpa unicamente sua – è divenuto un erudito, allineato e conformista, e chi, invece, si è già inoltrato nei territori della vera cultura.

 

Francesco Ricci