Le bandiere alle trifore: Palio straordinario a sorpresa? Maccchè…

Il 22 settembre del 1704 il Collegio di Balia istituisce la festa del Patronato di Maria Santissima sulla città, dicono le cronache, a complemento dei voti decretati alla Vergine dopo i terremoti, che nel 1697 afflissero la città. Questo rituale rituale civico senese è tuttora vigente ed è costituito da una messa solenne celebrata nella cappella di Palazzo Pubblico. Gerald Parsons, che ne ha accuratamente ricostruito la storia nel suo studio della religiosità civile senese e del suo ruolo identitario, ipotizzò che la sua istituzione rientrasse nell’ambito dei voti destinati a celebrare la cessazione dei terremoti del 1697/1698. Il 1704 sembra una data un po’ tardiva per questo e del resto la fonte stessa di Parsons si limita a segnalare la festa tra i tanti atti d’ossequio prestati “da’ Sanesi a Maria come padrona unica della loro città, e Dominio, senza darne una spiegazione”.
Un’ipotesi alternativa potrebbe essere che l’istituzione della Festa del Patrocinio sia stata il modo scelto dai senesi per ringraziare l’Avvocata celeste di aver evitato loro ogni conseguenza dei devastanti terremoti del gennaio-febbraio 1703, la sequenza sismica più devastante che abbia colpito l’Italia centrale nell’ultimo millennio. A Siena, però, ne arrivò solo il racconto, che però aveva tinte così fosche che la Balìa, l’8 febbraio 1703, decise di cancellare il carnevale “sentendosi non senza gran dolore dell’animo di ciascuno le afflittioni, danni, e pericoli che sovrastano all’alma città di Roma, et altre vicine provincie, et anco a qualche luogo di questo dominio a cagione de’ Terremoti, che le travagliano […] come anco per la preservatione dell’immunità, che grazie a Dio si gode in questa patria”. La festa del Patronato di Masia Santissima su Siena, stituita nel 1704, venne abolita nel 1860 (non a caso con l’Unità d’Italia, al pari di altri rituali religiosi, primo tra tutti il Corteo de’ Ceri e de’ censi) e ripristinata (ancora una volta) da Fabio Bargagli Petrucci nel 1928.
Tra le varie descrizioni di come si svolgeva la celebrazione del Patronato già Girolamo Gigli ne “La citta diletta di Maria, ovvero Notizie istoriche appartenenti all’antica denominazione, che ha Siena di città della Vergine” annota che «Ultimamente nel palazzo della Signoria è stata istituita al 22 di settembre nella pubblica cappella dell’eccelso palazzo la festa del Patrocinio di Maria colla feria in tutti i tribunali».
Antonio Bandini nel suo “Diario senese” alla data del 1832 scrive: «22 settembre 1832 […] Patrocinio di Maria Vergine. […] Festa nella cappella del Pubblico Palazzo, ove vi si dà il Caffè con Latte, Cioccolata , e rinfresco ma in quest’anno poco di ciò si fa per il digiuno duplicato. Suono delle due campane basse della Torre del Pubblico; ed in questa occasione si fa vedere la stanza del Concestoro, a Messa cantata suona la Banda.» La consuetudine di dare ai cittadini senesi libero accesso alle sale comunali in occasione della Festa del Patrocinio risulta essere stata conservata almeno fino agli anni Settanta del Novecento.
Oggi la festa del Patrocinio di Maria si onora con una Messa presieduta dall’Arcivescovo nella cappella interna di Palazzo Pubblico e con l’esposizione delle bandiere delle 17 Contrade alle trifore di Palazzo. Per cui, come ha detto giustamente qualcuno, se oggi passate da Piazza non è che si recupera uno dei Palii persi in questo 2020 e si fa una Carriera straordinaria o a a sorpresa (o si ripropone un antico Palio con tutte le Contrade) ma si celebra un rito che è parte di quella storia di Siena che deve essere raccontata.
Maura Martellucci
Roberto Cresti