L’abolizione della Biccherna e della Balia

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Il bando del 29 agosto 1786 porta una tra le più incisive riforme leopoldine, dato che anche a Siena viene istituita la Comunità Civica, divenendo così un ente locale per certi versi simile all’odierno Comune. Siena è l’ultima tra le città toscane, segno degli ostacoli frapposti dai senesi, restii a vedersi annullate le istituzioni tradizionali, retaggio dell’antico periodo repubblicano, che neanche i Medici avevano abrogato. Vengono così abolite la Biccherna e la Balia, i due organismi che fino allora si erano occupati del Palio e delle Contrade. Il bando, tuttavia, stabilisce espressamente che le “spese solite che appartenevano alla Biccherna per le corse de’ Pali passassero alla Comunità Civica,” che doveva sostenerle in compartecipazione con i Signorini del Brio per il Palio di luglio, mentre agosto restava una “ricorsa” non finanziata dall’Ente ma, al tempo, generalmente offerta dalla Contrada vincitrice della Carriera di luglio. Il motuproprio di questo 29 agosto istituisce non solo la nuova Comunità senese, ma anche la Deputazione del Monte dei Paschi, con lo scopo che questo “fosse invigilato […] da persone le quali nell’Uffizio del Monte stesso intervenissero ed assistessero regolarmente al corso degli affari” (articolo 95). La Deputazione deve essere composta dal Sovrintendente e da otto membri che saranno “eletti ogni triennio dal Magistrato Comunitativo tra le persone, i di cui nomi vengano ammessi nella borsa del Gonfaloniere e Priori di prima classe”, cioè “tutti i soggetti descritti al grado di nobiltà della città di Siena a forma delle leggi ed ordini veglianti sopra tal particolare, tanto possessori che non possessori di beni stabili dentro il circondario della detta città”.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti