La rabbia giovane dei Deschema diventa un Ep

Domani al Tortuga di Poggibonsi i Deschema presenteranno il loro primo omonimo Ep. Un passo verso il pop e l’elettronica, rispettando le origini rock

La copertina dell’Ep omonimo dei Deschema

A poco più di vent’anni hanno già vinto contest importanti, portato la loro musica un po’ in giro per l’Europa e sono pronti a presentare il primo lavoro registrato in studio. Nel frattempo hanno perfino cambiato nome, che per una band significa quasi ricominciare da capo. Ma significa anche ripensarsi, ridisegnare il perimetro della propria identità e in fin dei conti se non lo si fa quando si è giovani e in rampa di lancio, non lo si farà più.

Chi vuole conoscere questa nuova ‘forma’ dei Deschema – ex Ghost Space – ha un’occasione perfetta: sabato dalle 22,45 sul palco del Tortuga (Poggibonsi) presenteranno il loro primo, omonimo, Ep. Sei tracce, rigorosamente in italiano, registrate al Virus Studio e rifinite a Bologna da Andrea Suriani: un Ep che, come il cambio di nome, è un manifesto, sintetizza la necessità di “de-schematizzare”, di rompere con il passato, lasciare indietro il bruco e diventare farfalla.

Gli amanti della musica cittadina (e non solo) conoscono già i Deschema. La line up – che non è mai cambiata dal 2010 a oggi – è formata da Gianluca Polvere (voce e synth), Nicola Facco e Giulio Cappelli (chitarre), Emilio Goracci (basso) e Massimiliano Manetti alla batteria.

Con il vecchio nome, Ghost Space, hanno vinto Sanremo Rock nel 2013; l’anno dopo, selezionati dal Centro Sviluppo Artisti di Bologna, sono volati a Londra per suonare nello storico club “The Bedford” di fronte al chitarrista di Skunk Anansie, Ace, poi hanno vinto il contest Heart Rock Festival di Volterra. L’anno scorso sono arrivati secondi (dietro a un altro gruppo senese, le I Scream) al concorso musicale televisivo Bonus Track, prima di esibirsi all’Europa Park di Stoccarda in occasione del festival “Welcome to Europe”.

Oggi danno alla luce la loro prima vera fatica in studio; svoltano verso il pop e l’elettronica senza mettere da parte l’energia rock che li ha caratterizzati fin qui. Senza avere paura del futuro.

«Cambiare nome era diventata un’esigenza – racconta il batterista, Massimiliano Manetti – perché ci serviva un’immagine più seria e matura, un’identità meglio definita. Un nome in inglese, mentre cantiamo in italiano, scelto con leggerezza quando eravamo troppo piccoli non faceva più per noi». Perché saranno anche giovani, ma hanno le idee chiare e una strada segnata, almeno nelle intenzioni. Senza nemmeno attendere la release dell’Ep si sono già messi a lavoro su altro materiale inedito.  Intanto tutta la loro voglia di cambiare l’hanno trasfusa in questi sei brani, costati difficoltà e frustrazione, ma anche soddisfazione legittima. «Abbiamo rimesso in discussione tutto quanto fatto finora – spiega Manetti – sia nella scrittura che negli arrangiamenti; il discorso stilistico vira più sulle tastiere e l’elettronica, ma non rinneghiamo il passato. Questo disco è una transizione, un ponte tra quello che eravamo e quello che saremo in futuro; l’energia della live band è la nostra forza e rimane, lo dimostreremo sul palco».

A Poggibonsi, intanto, poi ad Arezzo (il 18 a Rock Heat, l’11 marzo al Karemaski), a Bettolle (1 marzo al Tjmory Pub) e infine il 18 marzo a Siena, c’è al momento una data in programma alla Corte dei Miracoli. Il disco, già disponibile in copia fisica, sarà presto anche nei principali digital store. Segnerà un nuovo punto di partenza per i Deschema. E la conferma che a Siena, nonostante tutto, la musica vive.

Gi.Mae.