La festa della Madonna del Carmine e la chiesa di San Niccolò al Carmine

Il 16 luglio si celebra la festa della Madonna del Carmine. Nel 1251 in questa data, infatti, la Vergine Maria comparve a padre Simone Stock, Priore generale dell’Ordine carmelitano e, consegnandogli lo scapolare, disse: “Prendi, figlio dilettissimo, questo scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morrà rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza, di pace e di patto sempiterno”.
Nel Primo libro dei Re dell’Antico Testamento si racconta che il profeta Elia raccolse una comunità di uomini sul Monte Carmelo (in aramaico significa “giardino”), vincendo la battaglia della fede contro i sacerdoti del dio Baal. Qui si stabilirono varie comunità monastiche cristiane ed i crociati, nell’ XI secolo, vi trovarono degli eremiti che si definivano seguaci di Elia e della regola di San Basilio. Fu costruita una chiesetta, dedicata alla Vergine, in mezzo alle celle dei religiosi, riuniti a vita cenobitica, che presero il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo. I frati rimasero sul Monte Carmelo fino al 1235 circa, quando, per le incursioni dei saraceni, dovettero abbandonare l’Oriente e trasferirsi in Europa.
L’insediamento senese dei frati carmelitani è attestato per la prima volta dal Costituto del 1262, che dedica loro due rubriche, stabilendo in particolare di donare 25.000 mattoni per la costruzione della chiesa e del convento ai “Fratribus Sancte Marie de Carmino” che stanno vicino a San Marco. Secondo una consolidata ipotesi, questa chiesa avrebbe preso il posto di un’altra, dedicata a San Nicola, o Niccolò, che i medesimi frati avrebbero edificato nell’VIII secolo sotto il Castelvecchio; ciò appare improbabile considerando che l’ordine in questione, il cui primitivo nucleo si riunì presso il monte Carmelo in Palestina, ebbe la sua regola soltanto nel 1208. La chiesa fu rimaneggiata all’inizio del Cinquecento probabilmente su progetto del Peruzzi, il quale mise mano anche all’imponente campanile che caratterizza molte incisioni e immagini di Siena prima dell’assedio del 1555, tra cui citiamo quella di Hieronimus Cock per la sua nitidezza. Il campanile di Santa Maria del Carmine, così come la cupola, spicca tra le numerose torri rappresentate e le sfida in altezza; nella veduta del Vanni, invece, quasi non si vede più, evidentemente danneggiato durante le fasi della cosiddetta Guerra di Siena. Solo qualche anno dopo, ai primi del Seicento, il campanile fu ricostruito così come ancor oggi lo vediamo.
Scrive Girolamo Gigli nel suo “Diario Senese” alla data del 16 luglio : “Si fa la festa alla Madonna del Carmine, dove si porta l’Eccelso Senato con offerta di libre 35. cera, e con altra di libre 20. l’Arte della Lana. Dopo Vespero si fa dai Padri la Processione Solenne con un Simulacro della Santissima Vergine. I Carmelitani abitano questo luogo da tempo antichissimo, e vogliono i Cronisti, che vi abitassero alcuni Romiti fino dal 707 con qualche istituto del Carmelo. Nel 797 vi vennero poi questi Religiosi (…) La Chiesa fu dedicata a San Nicolò; e perché nella facciata vi era dipinta una graziosa Immagine di Maria, a cui appendevansi molti voti, e principalmente Mantellini di Fanciulli, venne quel luogo denominato Piano de Mantellini, come il Tommasi riferisce (…) Veggonsi in detta Chiesa delle più belle opere di Pittori Sanesi, cioè della Tavola della Natività della Madonna nella Cappella del Sacramento fatta da Mecarino; un S. Michele Arcangelo del medesimo all’Altare di Casa Sani; una Tavola di S. Bartolomeo del Casolani, un’altra di una Madonna con alcuni Santi, e Sante di Francesco Vanni”. La Madonna del Carmelo si venera anche oggi proprio nella chiesa di San Niccolò al Carmine, in Pian de’ Mantellini.
Maura Martellucci
Roberto Cresti