Installazione di Tresoldi, interrogazione del Pd: “Due milioni di euro sono troppi”

Continua a far discutere in città l’installazione di arte contemporanea di Edoardo Tresoldi che la giunta comunale vorrebbe posizionare a Siena, in piazza Jacopo della Quercia. La giunta ha deliberato in tal senso e potrebbe adesso essere avviato un lavoro di reperimento del denaro necessario, anche attraverso sponsorship di gruppi privati, per coprire i costi.

La cifra necessaria potrebbe aggirarsi sui 2 milioni di euro; una cifra, secondo alcuni, troppo elevata per un’installazione temporanea. Anche se si tratta di uno dei giovani artisti più noti e più quotati nel panorama internazionale.

Di questo parere sono anche gli esponenti locali del Partito democratico (Alessandro Masi, Luca Micheli, Giulia Periccioli, Bruno Valentini) che sul tema hanno presentato un’interrogazione di carattere urgente che sperano di poter dibattere nella prossima assise cittadina: “Chiediamo al sindaco De Mossi – si legge nel testo – se non ritiene eccessivo un costo di due milioni per una installazione artistica a carattere temporaneo; se vi è ragionevole certezza di reperire le risorse che mancano per finanziare la realizzazione dell’opera, senza le quali i 162 mila euro già impegnati sembrerebbero solo uno spreco ingiustificato, al limite del danno erariale, e comunque se tale eventuale spesa trova un riscontro nel bilancio pluriennale dell’ente; se è vero che l’obiettivo è la realizzazione di un modello alto alcune decine di metri del Duomo Nuovo, del quale autorevoli studiosi dicono non esistere il progetto originale e quindi senza poter rispettare alcuna ricostruzione credibile bensì solo immaginata dall’artista; se si è certi di installare un’opera così voluminosa in uno spazio urbano ed architettonico la cui bellezza è proprio legata al vuoto del Duomo incompiuto, purtroppo deturpata da tanti veicoli parcheggiati”.

Scrivono poi i consiglieri del Pd che “le famiglie e le imprese fanno i conti con la crisi economica e non comprendono la spesa di questa iniziativa, oltre ai dubbi sulla compatibilità con il delicato contesto in cui è immaginata”.

 

Sul tema interviene con una nota stampa anche il gruppo Sena Civitas: “Pur non essendo contrari alla integrazione di arte contemporanea in contesti fortemente storici come Siena, crediamo che l’inserimento di tali opere debba avere un senso complessivo di valorizzazione e arredo per la nostra città. Quanto proposto dalla giunta ci appare totalmente ‘extemporaneo’, slegato da una visione di fondo che deve essere ampia e partecipativa; è il solito ‘fare tanto per fare’, oltretutto in un luogo magico come piazza Jacopo della Quercia. Qual è il senso oggi di una ricostruzione fisica della incompletezza del nostro Duomo? Istallazione permanente o temporanea? Siena è una bomboniera, così come lo è, a maggior ragione, l’Acropoli. Inserire un’opera di grande volumetria in tale contesto è estremamente difficile rischiando, in spazi ristretti come la piazza Jacopo della Quercia, di dare la percezione del ‘fuori scala’, la peggiore sensazione che un’opera d’arte possa dare”.

“Riguardo l’aspetto economico – conclude la nota di Sena Civitas – crediamo che vada completamente ribaltata la logica del finanziamento. Prima la certezza di sponsor esterni, poi la partenza del progetto. Spendere 150 mila euro di soldi pubblici per una ‘suggestione’ ci sembra, visto il periodo storico che stiamo vivendo, un atto di assoluta irresponsabilità. Perché il sindaco ha così forzato la mano a fine luglio? Pensava forse che, visto il periodo estivo, tutto passasse sotto silenzio? Si continua, purtroppo, a decidere da soli”.