Il viso d’angelo della Bella Marsilia

Oh, le donne senesi. Ardite pulzelle dal ridente bell’aspetto, gentili dame sempre pronte a lanciar sorrisi e ad allietar lo sguardo di chi è tanto fortunato da imbattersi nelle loro sinuose figure. Ma una su tutte, narra la leggenda, spiccò per bellezza e arguzia, nonostante il tragico destino di cui fu vittima. La Bella Marsilia, al secolo Margherita Marsili, innamorava il popolo con la sua rara bellezza eterea, avvalorata dai crini che le incorniciavano il bel viso dagli occhi chiari, angelico, sfoggiato con vanità e un ben dosato sfarfallio di ciglia. Insomma, la Rossellana (così chiamata per la chioma rossa) era un’oca giuliva come tutte le fanciulle del tempo.

Ma l’estrema bellezza, a volte, non paga. Sembra che la famiglia Marsili fosse solita passare i caldi mesi estivi al castello di Collecchio, in Maremma, nella zona dei monti dell’Uccellina. La sera prima del loro rientro in terra nostrana (presumibilmente il 23 aprile del 1543), la bella Margherita si era attardata sulla torre del castello, volenterosa di ammirare il mare. Da lontano, con il favore della schietta sera estiva, non era difficile scorgere tante fiaccole costellare l’azzurra distesa d’acqua: aveva sentito voci sulla venuta di certi pirati, ma fino a quel momento, la sua preoccupazione era più rivolta all’abito da indossare per il rientro a Siena che per altro.

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La numerosa banda di pirati ottomani era capeggiata dal temibile Khar-el-Din e nulla poté la famiglia Marsili contro l’assalto feroce che scosse il castello di Collecchio, quella notte. La Bella Marsilia, per l’appunto bella come un tramonto, rappresentava un importante occasione che il comandante della pirateria ottomana non si lasciò sfuggire: rapita, strappata alla famiglia e condotta verso terre lontane, Margherita fu venduta (a carissimo prezzo) niente di meno che al sultano di Costantinopoli Solimano II. Ora, c’è da dire che in molte si sarebbero ben disperate nel ritrovarsi così lontano da casa, qualcuna avrebbe anche avuto un paio di cosucce da ridire su questo concetto dell’ harem, ma la nostra bella Rossellana, invece, decise di sfruttare la situazione a suo favore… Insomma, ormai era lì!

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Non trascorse molto tempo dal suo arrivo che, con un abile gioco di vedo, non vedo e di ‘mi pigli, un’ mi pigli’, ella si arrogò il posto di favorita del sultano, una mera consolazione considerando l’esercito di figli che le altre concubine già mostravano con orgoglio. Quindi, che fare se non convincere il godereccio sultano a convertirsi alla monogamia? “Una moda tutta senese” chiosò la Marsilia e.. tac! Sposata e sultana in un colpo solo. Con il secondo colpo, invece, mise tutti i baldi figli delle altre concubine (sollevate dall’incarico, ovviamente) nella posizione di non nuocere più. Il gaudente Solimano non faceva altro che ammirar la tenacia della giovine moglie e, essendo uomo molto generoso, la omaggiò donandole non uno, non due… Ma ben quattro figli. Ovviamente, fatto questo, il Solimano schiattò, regalandole anche la gentilezza di essersi tolto da tre passi. Da quel momento, la leggenda vuole che nei secoli a venire i successivi sultani turchi avessero un po’ di Siena, dentro di loro, discendenti della Bella Marsilia.

Arianna Falchi