Il giorno della memoria e le partite di calcio

“Mi piacciono gli italiani, vanno alla guerra come fosse una partita di calcio e vanno a una partita di calcio come fosse la guerra” disse Winston Churchill. Come dargli torto?  Chi scrive oggi, nel giorno della memoria, è forse fazioso, ritenendo Churchill il più grande statista della storia contemporanea insieme a Roosevelt, eppure provate a a dare torto a queste parole. Non ci riuscirete perché questo è insito nel nostro modo di essere italiani (per non parlare dei senesi, togliete lo stadio e mettete Piazza del Campo e vi ritroverete ritratti in una frase storica).

E queste parole ci risuonano così tanto nella testa da non poter fare a meno di pensare che il 27 gennaio 2023, 78 anni dopo l’arrivo dei soldati dell’Armata Rossa ai cancelli di Auschwitz e Birkenau per liberare i prigionieri superstiti dello sterminio razzista, siamo alla vigilia di un’altra guerra. Vero che chi non conosce la storia è destinato a riviverla ed ecco che oggi il nazionalismo di Putin diventa l’obiettivo da battere della Nato, esattamente come 78 anni fa la Germania di Hitler lo era per la Russia (che infatti non è stata invitata quest’anno alla cerimonia dell’anniversario dalla liberazione). E intanto, mentre accade tutto questo, la Nato decide l’invio di tank e leopard, di carri armati più avanzati rispetto a quelli russi, pronti per far vincere a Kiev la battaglia cruciale.

Piuttosto inquietante parlare di giornata della memoria e di guerra in Ucraina nello stesso articolo, nello stesso telegiornale, nello stesso giorno. Oggi sembra più la giornata della memoria corta, come ha ribadito giustamente la senatrice Liliana Segre “Tra qualche anno, sui libri di storia, non resterà che qualche riga a raccontare la Shoah” perché questa storia sembra sempre noiosa da studiare e da sapere e perché ci costringe ad aprire gli occhi sull’orrore compiuto dal genere umano sul genere umano. E quando le testimonianze vive dell’Olocausto non ci saranno più, tutto sarà destinato a ripetersi nella mielosa idea del ‘politicamente corretto’ che tutto vuol coprire ma che svela invece ogni debolezza e ogni abominio. Sta accadendo, alle porte dell’Europa. Ma noi italiani siamo così, come diceva Churchill, non diamo poi così tanta importanza a qualcosa che non sia una partita di calcio.

“Auschwitz – Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci”. Parole fredde come il marmo su cui sono scolpite. Ecco perché non possiamo dimenticare. Perché ad oggi siamo ben lontani da un mondo dove tutti gli uomini abbiano uguale dignità.  E perché il pallone, alla fine, ce lo bucano e non si può nemmeno più giocare a calcio.

Katiuscia Vaselli