Giogoli e la nuova ragnatela di morte del mostro di Firenze

Il duplice omicidio dei ragazzi tedeschi a Giogoli, è da sempre stato considerato un errore del Mostro, che, tradito dai capelli lunghi di uno dei due, lo avrebbe scambiato per una donna.


In realtà, se ci riallacciamo al discorso fatto per il delitto di Baccaiano, e dando per buono il profilo del killer spietato e calcolatore, non sarebbe così fuori luogo considerare anche questo delitto una premeditazione. Si è più volte detto che le vittime del Mostro, nei giorni precedenti la morte, si siano lamentate con amici o parenti del fatto di sentirsi osservate da qualcuno; perciò, in questo caso, sia gli spostamenti dei due ragazzi stranieri e il fatto che fossero due facce nuove in un contesto paesano, sono due fattori che li rendevano facilmente riconoscibili, come accadrà tragicamente due anni dopo per la coppia francese, ultima vittima della furia omicida del serial killer.
Il dibattito comunque è talmente ampio e tuttora vivo, e soprattutto lontano dal trovare una certezza, che anche sui siti e blog che si occupano del caso Mostro di Firenze (di nessuna o quasi scientificità, ma spesso frequentati anche da persone che si sono rese competenti a riguardo), si trovano ampie discussioni in merito a questo delitto, addirittura sondaggi nei quali, anche se per pochi voti, comunque prevale l’idea che il Mostro si sia sbagliato. Cito questi esempi solo per rendere ancora più chiaro quanto sui delitti del Mostro di Firenze si parli, si discuta e ci si confronti a vari livelli e con vari strumenti.
Non credo sia affatto errato però, inquadrare il delitto nella cornice di un delitto pensato e ben organizzato, anche stavolta. Perché mai il killer si sarebbe portato due tipologie di munizioni diverse? E c’è poi la questione dei fumetti: non si è mai capito se i due ragazzi fossero effettivamente omosessuali.
In un profilo fatto negli anni precedenti, si formula anche l’ipotesi che il Mostro sia un omosessuale represso, e questo potrebbe essere un indizio che ci lascia della sua natura che tenta di nascondere e di non accettare pienamente. Ora la sola presenza di questi fumetti, però, non può giustificare un’ipotesi così forte, tanto più che in ogni serial killer si rinvengono problematiche legate al sesso. Certo, la presenza sulla scena dei fumetti, volutamente tagliati da una lama, e il fatto che le due vittime siano uomini, non significa solo che quella è zona di guardoni; una ragione più profonda deve esserci, il Mostro deve sentire un legame con questo tipo di vittime.
Se si tratta di errore, lo stracciare i fumetti è segno di stizza, rabbia per non poter portare a termine il suo lavoro con le escissioni rituali; se invece non è un errore, ma una mossa consapevole, il Mostro si sente un giustiziere, disturbato dalla presunta relazione dei due ragazzi; disturbato perché segretamente attratto da tutto questo, oppure perché un tipo di rapporto omosessuale lo turba nelle sue intime convinzioni, anche religiose? Gli elementi che sono a nostra disposizione sono sempre troppo pochi, mai repertati, mai trovati indizi più decisivi, probabilmente mai cercati; sappiamo che non c’è traccia di impronte sui due corpi dei ragazzi, per cui il Mostro non si è spinto troppo oltre, diversamente dal suo consueto modo di procedere.
Nel momento in cui è avvenuto il delitto di Giogoli, in carcere era detenuto Francesco Vinci; alcuni ritengono che per il modus operandi, questo delitto servirebbe a scarcerare il Vinci e assolverlo dall’accusa di essere il mostro. Effettivamente Francesco Vinci viene rimesso in libertà, ma era detenuto da più di un anno prima di Giogoli, perciò probabilmente se l’intento fosse stato quello di dimostrare la sua innocenza, le tempistiche sarebbero state differenti.
Come sempre ogni delitto perpetrato dal mostro ha risvolti, facce, sfumature complesse, intricate, che vorticosamente ci spingono a pensare, a formulare ipotesi, ad inghiottirci e intrappolarci in una ragnatela di morte apparentemente senza senso, se non nella sola malvagità dell’animo umano.
Ma anche questa conclusione tutto sommato ci sembra troppo semplicistica perché si accetti di buon grado, il mistero resta affascinante da esplorare.

Giulia Morandini
Criminologa
Università La Sapienza Roma