Palazzo Sansedoni, il primo invito

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Siena è molto più che Medioevo. A cercare bene si scoprono tesori che rivelano la vitalità artistica della città oltre il periodo d’oro. Uno di questi è dentro alle mura di Palazzo Sansedoni, il dirimpettaio del Palazzo Comunale in Piazza del Campo. Oggi, in occasione di “Invito a palazzo”, iniziativa promossa dall’Associazione Bancaria Italiana, sarà possibile visitarlo dalle 10 alle 19. L’occasione è da cogliere al volo visto che l’edificio, noto per essere la sede della Fondazione Monte dei Paschi, è aperto solo su richiesta o per visite didattiche. Tra l’altro questa è la prima volta che la Fondazione Mps aderisce all’iniziativa dell’Abi che riguarda il patrimonio delle banche.

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foto per gentile concessione della Fondazione MPS

Il valore artistico del palazzo è dovuto in gran parte alle decorazioni tardo seicentesche e settecentesche che è possibile trovarvi. La storia del Palazzo segue le fortune della famiglia che lo costruì, i Sansedoni per l’appunto. Nato come casatorre alla fine del ‘200, era considerato la costruzione più alta della città, almeno fino all’edificazione della Torre del Mangia. Nel tempo i proprietari decisero di ampliarlo acquistando stabili limitrofi. Le possibilità economiche della famiglia non avevano subito scosse nemmeno con l’avvento dei Medici in città. Al contrario di altre casate nobili locali, i Sansedoni erano scesi ben volentieri a patti con i fiorentini, tanto che nel tempo finirono per trasmigrare sulle rive dell’Arno, pur restando proprietari del Palazzo fino al 1914.

L’influenza fiorentina è evidente camminando per le stanze del piano nobile della sede della Fondazione. Specialmente nelle “quadrature” che ne avvolgono alcune. Le “quadrature” sono degli effetti ottici e prospettici che vengono impiegati per creare l’illusione di uno spazio tridimensionale. Il colpo d’occhio è notevole, anche perché danno l’idea di trovarsi in un esterno. Proseguendo nella visita si nota il cambiamento di gusto negli anni, perché le stanze “nuove”, quelle presenti nelle porzioni di edificio di più recente acquisizione, sono decorate, invece, con il gusto neoclassico per i colori pastello.
Autentico gioiello nel gioiello è la cappella dedicata al Beato Ambrogio Sansedoni.

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foto di Francesco Laezza

Questo, nato nel palazzo nel 1220, è un personaggio importante per la storia senese, visto che convinse papa Clemente IV a ritirare l’interdetto (divieto di celebrare i riti sacri) alla città. L’idea della costruzione della cappella fu di fra Rutilio Sansedoni e dei suoi fratelli Alessandro e Giovanni. L’obiettivo era quello di omaggiare l’avo più illustre, ribadendo così il prestigio della propria casata. Di notevole pregio nella cappella sono le colonne marmoree, fatte con materiali provenienti da Francia, Spagna e non solo. Ci danno un’idea più “colorata” del marmo classico. Altro punto forte dell’omaggio al Beato Ambrogio è la lastra marmorea scolpita da Giuseppe Mazzuoli, dove appare il compagno di studi di San Tommaso d’Aquino (l’illustre Sansedoni fu anche questo) insieme alla Madonna e a Gesù bambino.

Il Palazzo Sansedoni è molto di più (ceramiche, opere d’arte e stanze segrete…) di quello che possiamo raccontare , quindi l’invito è quello di sfruttare la possibilità di visitarlo, magari dando una sbirciatina a una quasi inedita Piazza del Campo vestita a festa per le celebrazioni della Contrada della Torre.

Emilio Mariotti