Da Nir Felder agli Etruschi: il senso di un festival

Il talentuoso chitarrista jazz Nir Felder si esibisce, giovedì 30 luglio, a un festival sugli Etruschi, insieme a Giulio Stracciati.

Il bizzarro (ma solo in apparenza) inserimento nel cartellone di un musicista che approda da New York ha una logica. Bluetrusco, questo il nome dell’evento andato avanti dal 3 luglio e che terminerà il 2 agosto al castello di Murlo, esalta l’eredità dell’antico popolo, rende omaggio alla sua passione per la musica utilizzando il colore blu come collante tra passato e presente: blu come il cielo dove risiedevano gli dei, come il mistero della notte, e come la magica nota che caratterizza il jazz e il blues. Bluetrusco è un viaggio divertente tra spettacoli, laboratori, confronti, visite guidate, degustazioni, alla scoperta di un altro mondo, molto lontano, eppure ricco di insegnamenti anche per l’oggi. Consente di arricchirsi culturalmente, e di divertirsi allo stesso tempo. Ormai prossimo alla conclusione, dopo quasi un mese di iniziative, sono evidenti le potenzialità di un festival originale, che ha evitato di puntare solo sul cibo o su eventi di facile richiamo e più scontati, come i banchetti etruschi. E non ha nemmeno “subito” i grandi nomi dello spettacoli: Riondino ha letto, con commenti e un’esibizione di contorno ricca d’ironia, l’inedita traduzione della voluminosa opera sulle città e le necropoli dell’Etruria, scritta nell’Ottocento duomo del grand tour appassionato di archeologia George Dennis; Moni Ovadia non ha presentato un suo spettacolo, ma ha parlato del viaggio, delle migrazioni, di millenarie mescolanze tra popoli. Allo stesso modo, la scelta musicale ha teso a esaltare le nuove tendenze, la ricerca, grazie alla preziosa selezione fatta da Giulio Stracciati.

Bluetrusco ha prodotto cultura, presentando libri e ricerche in anteprima, ha avuto l’apporto di studiosi così profondi, nella loro analisi, da far uscire più ricchi, dal punto di vista della conoscenza, i visitatori. Così, ad esempio, si è compreso che un una civiltà nasce da contaminazioni, e non scompare nel nulla, ma si evolve. A testimoniare il legame tra gli Etruschi e la terra di origina, di una popolazione che si trasferì nell’antica Etruria, congiungendosi con i residenti, c’è stata la presenza di rappresentanti dell’ambasciata della Repubblica di Turchia in Italia.

In ogni caso, a Murlo gli Etruschi hanno lasciato tracce profonde, non solo nel resto degli edifici conservati nel bellissimo museo, ma persino nell’eredità genetica.  Sicuramente oggi apprezzerebbero Nir Felder, astro emergente del Jazz, che si esibirà in coppia con Giulio Stracciati (altro talento, in questo caso locale). Nella magia e nella penombra di un castello, illuminato di blu, ci si potrà concentrare su colui che è stato definito “the next big jazz guitarist” da Npc (National Publica Radio, rete indipendente di emittenti americane), presentato come “ragazzo prodigio” dal New York Times, soprannominato “l’incredibile” dal Montreal Gazette.
Cresciuto nei sobborghi di New York, ha impiegato tutta la sua giovinezza sia suonare in rockband e che ad applicarsi al jazz, ispirato da icone come John Coltrane o Jimi Hendrix. Ha studiato al Berklee College of Music , e Il suo primo album solista è recentissimo: si tratta di Golden Age (2014), prodotto dal brand Okeh Records della Sony, con Aaron Parks al piano, Matt Penman al basso, e Nate Smith alle batterie. Dopo il tour mondiale, partito dal continente americano, che lo ha portato in Europa e in Giappone, Nir Felder si esibisce a Murlo, unica data italiana, che si aggiunge a un suo impegno come docente a Siena Jazz. Non ha invece bisogno di presentazioni Giulio Stracciati, anche lui chitarrista: docente di livello internazionale, ha suonato con grandi musicisti, inciso e prodotto diversi cd.