“Mad in Italy” sbarca in libreria. Quindici consigli per fare business in Italia. Nonostante l’Italia

Fare impresa, farla crescere, investire, innovare. Restando in Italia, nonostante tutto. Nonostante le tasse, una burocrazia pesantissima e incentivi vicini allo zero. Roba da pazzi? Forse, ma proprio l’Italia del genio, del know how che nasce dall’artigianalità e dalla tradizione, hanno ispirato Giampiero Cito e Antonio Paolo e il loro libro “Mad in Italy. Quindici consigli per fare business in Italia. Nonostante l’Italia”, edito da Rizzoli. Il libro è stato presentato ieri, giovedì 11 ottobre, presso l’Hotel NH Excelsior alla Lizza a Siena. All’incontro sono intervenuti Bruno Bruchi, fotografo e due imprenditori simbolo di “Mad in Italy”: Alberto Bertone, amministratore delegato di Fonti di Vinadio (Acqua Sant’Anna) e Luca Carbonelli, imprenditore e responsabile marketing della Torrefazione Caffè Carbonelli.

 

 

“Mad in Italy!”. Il libro scritto da Giampiero Cito e Antonio Paolo, pubblicitari dell’agenzia di comunicazione Milc, è una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti di un Paese geniale e complicato, come l’Italia. Un vademecum che raccoglie semplici consigli rivolti a tutti coloro che non vogliono arrendersi, a tutti coloro che credono che in Italia si possano ancora realizzare idee d’impresa con successo. “Abbiamo voluto raccogliere in un unico volume – dicono Cito e Paolo – gli incontri avuti in tutta Italia con imprenditori, studenti, docenti, professionisti e trasformarli in quindici semplici consigli per fare impresa nel nostro Paese. Abbiamo voluto raccontare casi di coraggio, intraprendenza, lungimiranza e creatività imprenditoriale italiana al fine di riappropriarci di uno spirito che si sta smarrendo: avere idee e metterle in pratica con successo”.

 

 

Le storie degli imprenditori “Mad”. Nel volume ogni consiglio è illustrato dalla viva voce degli imprenditori che, ritratti in camicia di forza, hanno raccontato la nascita e la realizzazione della propria idea d’impresa. Tra le storie “Mad” c’è quella di Paolo Barberis, fondatore di Dada, che sedici anni fa, ancora studente di architettura, decise di avventurarsi nel mondo del web. Uno spirito innovativo che ha contagiato anche l’avventura imprenditoriale di Simone Bachini in Arancia Film, casa di produzione cinematografica indipendente. Tra gli “imprenditori Mad” ci sono Aurelio Barbieri di Frilli Impianti che alla fine degli anni Ottanta, prese il timone dell’azienda, quando il fallimento era ormai imminente, rilanciandola a livello internazionale; Danilo Ragona, genio torinese, che ha reinterpretato le esigenze delle persone disabili, progettando una sedia a rotelle interfunzionale e innovativa. Hanno guardato oltre, scegliendo di puntare su un gelato senza additivi, Federico Grom e Guido Martinetti, fondatori del marchio Grom. Tra le “donne mad” non poteva mancare Anna Ferrino del celebre marchio leader nella progettazione e realizzazione di prodotti e accessori per l’alpinismo e l’outdoor. Tra le altre storie ci sono poi quella di Gianluca Faraone, presidente della cooperativa “Placido Rizzotto” e del consorzio “Libera terra Mediterraneo”, che ha saputo far crescere un progetto d’impresa, liberando il mercato del lavoro e della produzione agricola dal sistema mafioso. Ha combattuto per migliorare l’ambiente, invece, Alberto Bertone, presidente e ceo di Fonte di Vinadio, l’azienda che imbottiglia e commercializza l’acqua minerale Sant’Anna, che in poco più di dieci anni è riuscita a scalare i vertici nel mercato dell’oro blu e ha iniziato a battere la strada dell’ecosostenibilità, arrivando al lancio della bio-bottle. Artigianalità e attenzione per il proprio territorio sono di casa nella storica attività di Paluani: l’azienda dolciaria che ha costruito la sua fortuna scegliendo di affidarsi a pasticceri e fornai per portare sulle nostre tavole un prodotto fatto in maniera artigianale, solo sfornato in una pasticceria un po’ più grande.

 

 

Per info è possibile consultare il sito www.progettomadinitaly.it, un’iniziativa di comunicazione che vuole valorizzare tutti quegli imprenditori italiani che hanno scelto di rimanere nel nostro Paese. Nei suoi quasi due anni di vita Mad in Italy! ha raccolto l’adesione di numerose aziende italiane in vari settori produttivi, ha avuto 15 imprenditori testimonial che hanno accettato di raccontare la loro storia indossando simbolicamente la camicia di forza per identificarsi nella figura dell’imprenditore “Mad” che ha deciso di restare in Italia. Il progetto ha raggiunto un pubblico di oltre 15000 persone sui social network. Il volume è disponibile presso la Libreria Senese e la Libreria Feltrinelli di Siena.

 

 

 

 

 

 

SCHEDA LIBRO

 

 

Titolo del Libro: Mad in Italy. Quindici consigli per fare business in Italia nonostante l’Italia

Autori: Giampiero Cito Antonio Paolo

Prefazione di Fulvio Marcello Zendrini

Editore: Rizzoli Etas

Collana: Management

Data di Pubblicazione: 2012

Argomento: Imprenditori

 

 

È un’impresa fare impresa in Italia. Qualcuno se n’è andato, qualcuno sta pensando di andarsene o se ne andrà per mettere in atto il proprio progetto all’estero. Altri invece sono rimasti, o rimarranno per realizzare qui la propria idea d’impresa. Folle? Forse sì, ma non impossibile, anche ora che la crisi sembra non aver fine.

Questo vademecum per l’imprenditore “pazzo” (o per chi vuole diventarlo) presenta 15 semplici consigli – e molte esperienze – per chi non si arrende al declino del made in Italy, ed è convinto di poter realizzare un’idea vincente nel nostro Paese, “nonostante” l’Italia.

 

 

Nato da un progetto sorto nel cuore della Toscana, tra le colline del Chianti e il centro dell’arte e della cultura del nostro Paese, Mad in Italy ha l’obiettivo di valorizzare il coraggio “italico” in un momento difficile, ed è un invito a rialzarsi e a vedere la realtà da una prospettiva diversa, anzi, “mad”.

 

 

Ciascuna regola – come “Ragiona in grande, anche se sei piccolo”, “Condividi il futuro con i tuoi figli (anche se non ne hai)”, “Se decidi di cambiare idea, non è una tragedia” – è illustrata dai consigli e dalle storie di coloro che l’hanno messa in pratica con successo (da Paolo Barberis a Federico Grom e Guido Martinetti, agli amministratori delegati di Paluani, Ferrino, Acqua Sant’Anna), testimoniata dagli esempi storici dell’eccellenza italiana (Ferrari, Ferrero, Olivetti, ma anche Libero Grassi) e stimolata dai consigli fuori dal coro di personaggi di ogni genere, da Lucio Battisti a Enzo Bearzot, a Roberto Saviano.

 

 

Un insieme di voci di cervelli “non in fuga” che spronano chi non ha intenzione di lasciare perché, come dice Stefano Benni, “se i tempi non chiedono la tua parte migliore inventa altri tempi”.

 

 

Gli autori:

Giampiero Cito, 37 anni, imprenditore, è direttore creativo dell’agenzia di comunicazione Milc di Siena e docente del Master in Comunicazione d’Impresa dell’Università di Siena.

 

 

Antonio Paolo, 37 anni, strategic planner di Milc, è studioso della semiotica applicata alla comunicazione e alla pubblicità.

 

 

 

 

Entrambi sono tra gli ideatori e responsabili del progetto “Mad in Italy!” www.progettomadinitaly.it