Le donne del vino della toscana festeggiano 25 anni a Chiantibanca

  Sono efficienti, fiere, conoscono il mercato dove operano con le loro aziende e per  la promozione del mondo vitivinicolo. Sono oltre cinquanta Le Donne del Vino della Toscana che venerdì 8 febbraio, alle 17,30, si ritrovano per festeggiare  25 anni della loro Associazione nell’auditorium ChiantiBanca “G. Burrini” a Fontebecci. Sono produttrici, ristoratrici, ma anche giornaliste e sommelier. Sarà proiettato in anteprima il filmato “Un Paese di Vino”, Storia del vino italiano dall’Unità d’Italia ad oggi, trasmesso a “La Storia siamo Noi“, il programma Rai condotto da Gianni Minoli.

Venticinque anni, osserva Diana Lenzi, delegata Toscana dell’ Associazione Le Donne del Vino, dell’azienda Petroio a Castelnuovo Berardenga, “rappresentano un importante anniversario: tanto più per la nostra Associazione che, dall’adesione nel 1988 di rare esperienze femminili, ha raggiunto una popolazione di quasi settecento  iscritte, confermando l’importante ruolo delle donne nel panorama vitivinicolo nazionale. In Toscana e a Siena, il 5% delle aziende vitivinicole è a conduzione femminile. Abbiamo un’importante missione in questo territorio, dove il patrimonio vinicolo è una grande ricchezza che deve essere potenziata”. Abbiamo aderito con interesse alla proposta dell’Associazione Le Donne del  Vino della Toscana, dice il presidente ChiantiBanca Claudio Corsi. “E’ un’ulteriore  conferma della nostra attenzione alle migliori sollecitazioni del territorio. Tanto più motivati perché, in periodi di difficoltà, la crisi si combatte anche valorizzando le eccellenze del territorio, sostenendo le realtà come Le Donne del Vino, tra i sodalizi più attivi nell’enogastronomia e nell’imprenditoria femminile, che lavorano per la crescita delle loro aziende e conseguentemente  del mercato”.

“Un Paese di Vino”, in “La Storia siamo no”,  racconta l’evoluzione della viticoltura in Italia dall’Unità  ai giorni nostri: dall’esperienza dei Mille e il loro arrivo a Marsala, porto famoso per il commercio di vini dolci, alla seconda guerra mondiale quando il vino assicurava un apporto calorico essenziale per la sopravvivenza di molte popolazioni, fino ad arrivare ai periodi attuali con le scelte ispirate da nuove esigenze sociali ed economiche. Un percorso spiegato anche dalle testimonianze di personaggi, uomini e donne, che hanno una storia di vino da raccontare: come i toscani Francesco Ricasoli discendente del barone Bettino Ricasoli che inventò il vino Chianti; Franco Biondi Santi erede di Clemente Santi che, con una selezione del vitigno Sangiovese Grosso, indicato per produrre un vino di alta qualità, ottenne il primo Brunello; ed ancora, Francesca Cinelli Colombini, Carlo Ferrini enologo dell’anno, Giacomo Tachis, Gianni Zonin, ed altri. Venerdì 8 febbraio, dopo il saluto di Donatella Cinelli Colombini e di Claudio Corsi, sono previsti gli interventi di Felice Pesoli e di Alessandro Piero Corsini, regista e produttore di “Un Paese di Vino”.