La bellezza dei bambini in Provenzano

Ieri pomeriggio, l’estrazione delle bandiere esposte in Provenzano. Oltre la cabala, la bellezza dei bambini che danno inizio alla Festa.

Sorrisi timidi, sguardi che scrutano l’altare e una certa compostezza non del tutto tipica di chi, così piccolo, vive di entusiasmo. Ieri pomeriggio, in Provenzano sono iniziati ufficialmente i festeggiamenti in onore della Madonna, venerata sotto il titolo della visitazione di Maria a Elisabetta, che culmineranno la sera del 2 luglio con la Carriera.

Per gli affezionati alla cabala, questo appuntamento che vede i bambini delle 17 contrade estrarre le bandiere che verranno esposte nella Basilica, rappresenta un appuntamento con la sorte che sembra già voler dettare le regole per questi giorni di Palio.

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Sì, quest’anno, il Bruco è alla destra della Madonna e il Montone alla sua sinistra ma, stavolta, parliamo di Siena, dei bambini, della nostra unicità. Parliamo di don Enrico Grassini e delle sue parole che riportano l’attenzione sulla sacralità della Festa, a volte dimenticata, perché “il Palio è sempre dedicato alla Madonna. Può avere un titolo, magari, ma resta un omaggio a Lei, regina e patrona di Siena”. Questa celebrazione, inoltre, inizia da piccoli. Non c’è altro luogo al mondo dove si potrà ammirare uno sguardo simile sul volto di un bambino.

Un misto di attesa, emozione e timidezza nel trovarsi di fronte all’altare a pescare un barbero e da questi piccoli gesti che i nostri bambini compiono nel loro percorso di crescita contradaiola, si forma la senesità vera, quella genuina che ti fa dire “speriamo sia il mio!” o “speriamo di non tirare fori la rivale!”, perché ad un bambino, in fondo, della cabala importa poco… L’importante è vedere la propria bandiera sventolare.

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Don Enrico ci racconta anche la storia della Madonna di Provenzano, di quella Madonnina racchiusa nella nicchia di uno dei tanti tabernacoli che si trovano tra le mura del centro e del soldato spagnolo che gli sparò dritto in mezzo al cuore, mandandola in frantumi. I senesi ne raccolsero i frammenti, la “aggiustarono” e la riposero nuovamente nella sua nicchia, iniziando a pregare. Era un periodo storico difficile: Siena era sotto la dominazione spagnola e si viveva di ingiustizie e soprusi… Quella volta, con le loro preghiere, i senesi ritrovarono la forza di rialzarsi e rimettersi in cammino.

Negli occhi dei bambini, ieri pomeriggio, c’era una cosa in particolare che brillava più luminosa delle altre:

la speranza.

Arianna Falchi