“Incontro all’Afganistan” – un libro e una mostra di Giuseppe Villarusso alla Libreria Becarelli presentati mercoledì 4 aprile alle 18.30

“Quando arrivi in Afghanistan, constati che qui è tutto “più”. Più polverose le strade, più magica la valle del Panshir, più devastanti le ferite da mine antiuomo, più efficienti e colorati gli ospedali di Emergency. E ti viene voglia di raccontarlo a tua volta a chi non haancora fatto questa esperienza.”.
Esordisce così Giuseppe Villarusso, storico volontario di Emergency, l’associazione umanitaria fondata da Gino Strada nel 1994, e coordinatore dei gruppi territoriali. Dal suo viaggio in Afghanistan nasce “Incontro all’Afganistan” (edizioni Arca, 2006) che racconta attraverso parole e immagini un viaggio compiuto dal nord al sud del paese per visitare i Centri chirurgici e i presidi sanitari di Emergency. Coprotagonisti la vita quotidiana, i volti e i paesaggi di un paese affascinante. In oltre 40 anni, in Afghanistan, la guerra ha causato un milione e mezzo di morti e quattro milioni di profughi. Altre vittime sono causate dai combattimenti incessanti e dalle mine antiuomo disseminate nel terreno. Denutrizione, scarso accesso ad acqua sicura, epidemie di tubercolosi e malaria non trovano risposte in un sistema sanitario allo stremo.
“Sotto il profilo paesaggistico – afferma Villarusso, autore delle fotografie della mostra allestita in questi giorni presso la libreria Becarelli di Siena – l’Afghanistan è un paese che potrebbe fare invidia a tanti altri, ha montagne, fiumi, vallate, città. Se penso a quello che era la Reggia, che ho visto distrutta, provo una gran rabbia. Il popolo afgano invece è un popolo di gente sensibile e capace, di gente caparbia”.
Il suo è un viaggio attraverso un Paese “denso di storia, arte e cultura”, dilaniato da “ripetuti e non voluti periodi di guerra, mentre avrebbe potuto vivere la sua storia senza interferenze, senza imposizioni e condizionamenti”. Una terra in cui l’autore entra in punta di piedi, “ospite in un luogo che descrivono inospitale” per “guardare ma non toccare, parlare ma non gridare, proporsi ma non imporsi”.

Emergency è in Afghanistan dal 1999. Ha costruito un Centro chirurgico e un Centro di maternità ad Anabah, nella valle del Panshir, un Centro chirurgico a Kabul, un ospedale a Lashkar-gah e una rete di 29 Posti di primo soccorso (FAP – First aid post) e Centri sanitari (PHC – Primary health clinic). Dal 2000 Emergency è impegnata in un programma di assistenza sanitaria ai detenuti delle maggiori carceri del Paese.

La mostra, già visitabile, sarà esposta all’interno della libreria fino a sabato 7 aprile. I venti pannelli fotografici documentano l’attività dei tre ospedali di Emergency attivi dal 1999: ad Anabah nella valle del Panshir, a Kabul e a Laskar-gah.