Il Santa Maria della Scala accoglie il progetto dei giovani: l’arte che libera il confronto

Come può un non vedente fruire di un’opera d’arte figurativa? Per esempio un affresco, il volto aggraziato di una Madonna, o le perfezioni scolpite da Michelangelo? Semplicemente non può. O, almeno, non come chiunque altro. Tuttavia, grazie al progetto presentato al Santa Maria della Scala “Noi con gli altri” di Unicoop Firenze e del Liceo artistico Duccio di Buoninsegna, Uici di Siena e associazione sportiva Le Bollicine, con la collaborazione del Museo d’arte per i Bambini e del Complesso Museale del Santa Maria della Scala dove si terranno giornate di presentazione dei prodotti artistici realizzati durante il percorso (26 e 31 maggio), anche il non vedente può avvicinarsi all’“Incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta d’Oro” del Beccafumi conservato nel Complesso Museale di Santa Maria della Scala, toccarlo, scoprirne i dettagli grazie alla tavola tattile in argilla. L’opera rimarrà in forma stabile vicino all’originale a disposizione di non vedenti, ma anche di un pubblico più giovane.


Il progetto, che ha coinvolto anche la scuola secondaria di primo grado Cecco Angiolieri di Siena, l’associazione “Le Bollicine”, l’Assessorato all’Istruzione del Comune di Siena e il Santa Maria della Scala, parte dal presupposto che l’oggetto artistico sia un bene di cui tutti dovrebbero poter fruire. All’arte, dunque, si uniscono i valori dell’accoglienza e dell’incontro con il diverso. Per questo, come ha sottolineato la coordinatrice del progetto della cooperativa AranciaBlù, Francesca Meiattini, la scelta di Santa Maria della Scala per l’esposizione dei risultati del progetto è “molto simbolica, perché il Santa Maria è sempre stato, per il nostro territorio, simbolo di accoglienza”. D’altra parte, nemmeno l’affresco è stato individuato in modo casuale: il soggetto della lunetta è, infatti, l’abbraccio tra Gioacchino e Anna in una linea curva che avvolge l’osservatore.

L’interazione non è stata immediata e semplice, ma ha richiesto ai ragazzi coinvolti, sia vedenti sia non vedenti, la volontà di mettersi in gioco in una realtà diversa dall’usuale. Questo ha consentito loro di imparare molto, immergendosi in un’esperienza che li ha arricchiti reciprocamente sia a livello umano sia a livello tecnico, perché la realizzazione del pannello tattile ha richiesto un percorso lungo, iniziato con una visita al Museo Anteros di Bologna, dove hanno capito che cosa venisse loro richiesto. In seguito, il contatto con uno scultore cieco, Felice Tagliaferri, e l’esperienza di modellare bendati hanno permesso un approccio più diretto all’arte. Infine la realizzazione della tavola, un lavoro che i ragazzi stessi definiscono duro ma gratificante e bello, perché consente di far diventare l’arte davvero universale e accessibile a tutti.


Un secondo percorso ha riguardato il teatro e la scelta non poteva che ricadere sull’improvvisazione, quale tecnica che costringe gli attori ad ascoltarsi reciprocamente, il gruppo a conoscersi, amalgamarsi e affiatarsi. È quello che hanno fatto gli alunni della scuola secondaria di primo grado Angiolieri, superando la timidezza e la vergogna. Il risultato del loro lavoro che ha coinvolto anche ragazzi non vedenti sarà fruibile al pubblico il 26 e 31 maggio al Santa Maria della Scala. Il 26 maggio ci saranno anche due spettacoli tra le 19 e le 22 sempre al Santa Maria.
L’Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili, Tiziana Tarquini, ha sottolineato l’importanza che il progetto riveste nel territorio: “mi auguro si possa continuare su questa strada di fare rete con il territorio e coinvolgere la scuola” anche perché “questi progetti consentono ai ragazzi di crescere nella scuola e di crescere con competenze fondamentali per il loro vivere futuro”.

Valeria Faccarello