“Giorno della Memoria” dei Martiri etiopi

In occasione della giornata del ricordo dei crimini del colonialismo e del fascismo italiani in Etiopia, l’ANPI ritiene che una pagina di storia così tragica, non possa e non debba essere dimenticata o rimossa dalla memoria di tutti i democratici e gli antifascisti.

 

E’ noto infatti che la data del 19 febbraio, rappresenta per un popolo, quello etiopico, il “Giorno della Memoria”, in cui furono commesse atrocità terribili durante il periodo dell’aggressione e poi dell’occupazione – fra il 1935 ed il 1941 – da parte dell’Italia fascista.

 

Una giornata che è stata assunta a simbolo di tutti quegli anni in cui gli etiopi dovettero subire sofferenze, sacrifici e lutti indimenticabili.

 

Gli accadimenti di quel giorno e di quelli immediatamente successivi riguardano in particolare la spietata rappresaglia scatenata dai fascisti, in seguito ad un attentato compiuto contro il viceré Rodolfo Graziani ed altri gerarchi del suo seguito nella città di Addis Abeba.

 

Il 19-20 e 21 febbraio 1937, furono massacrati più di 30.000 cittadini etiopi, quasi tutti civili, anziani, donne, bambini e mendicanti. Alcuni dei quali furono addirittura bruciati vivi nelle proprie case, i tradizionali “tucul” di fango, legno e paglia, dove cercavano rifugio e nascondiglio.

 

Una giornata dunque tragica, che oltre ad essere ricordata in Etiopia, viene celebrata nelle maggiori città del mondo dove sono presenti e vivono numerosi cittadini della diaspora etiopica.

 

Nel nostro Paese le associazioni di cittadini etiopici sottolineano un particolare che anche l’ANPI ritiene vergognoso e contro il quale eleva la più sentita protesta. Si tratta della recente edificazione ad Affile, un piccolo paese dell’altopiano di Arcinazzo, a pochi chilometri da Roma, di un monumento costruito a spese della Regione, di colui che fu definito il “macellaio d’Etiopia”: il Generale Graziani, riconosciuto anche dalle Nazioni Unite come criminale di guerra al pari di Mussolini e di altri gerarchi ed ufficiali fascisti.

 

Va ricordato infatti che fra gli altri numerosi crimini ordinati da Graziani, vi fu anche l’assassinio di oltre 1200 monaci e chierici cristiani, nella più importante città conventuale dell’Etiopia, Debre Libanos, poco distante da Addis Abeba.

 

Nessuno dunque può e deve dimenticare!

 

L’ANPI esprime solidarietà ai familiari delle vittime innocenti e coglie l’occasione per ribadire l’impegno a lottare ancora oggi e per sempre, contro le guerre, contro ogni dittatura e contro i rigurgiti fascisti che si vanno di nuovo manifestando in Italia ed in Europa.