Dal Medioevo al Novecento, per il ponte dei Santi l’appuntamento è con “Arte senese” al Santa Maria della Scala

Pietro Lorenzetti, Stefano di Giovanni detto il Sassetta, Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma, Domenico Beccafumi, Bernardino Mei, Cesare Maccari.

Le opere di questi grandi maestri sono solo cinque degli innumerevoli motivi per cui, anche in questo piccolo ponte autunnale, un senese dovrebbe andare a vedere “Arte senese”, la mostra evento del Santa Maria della Scala.

Forse però la ragione più importante per andare a vedere l’esposizione è che questa ci permette di riflettere e ci fa conoscere la nostra identità e il nostro dna. “Arte senese” infatti è il racconto di chi siamo e di cosa siamo stati in un viaggio, che si snoda lungo le stanze del Complesso museale del Santa Maria della Scala, che fa ammirare secoli della nostra storia, dal Tardo Medioevo fino al Novecento.

E per farlo mette insieme i  tesori delle immense collezioni del Monte dei Paschi che a lungo sono stati nascosti. Il grande amore della città verso le arti figurative viene così narrato con le opere più belle dei nostri grandi artisti.  “Arte senese” propone un’accurata selezione delle collezioni di Mps con dipinti, le sculture e gli arredi “testimoni” di quello che è stato il nostro passato.

A dare il benvenuto ai visitatori è un prezioso bozzetto di fine’800 di Tito Sarrocchi raffigurante il monumento di Sallustio Bandini, il “simbolo” della Banca di Rocca Salimbeni. Il percorso espositivo però si apre poco dopo con due rarissimi dipinti della stupenda collezione del conte Chigi-Saracini: sono la Madonna col Bambino del Maestro di Tressa e il Christus Triumphans di Margarito d’Arezzo, entrambe appartenenti al tredicesimo secolo. Quindi si apre la via verso il Trecento che celebra Pietro Lorenzetti ma anche grandi scultori come Tino di Camaino ed il suo  famoso “altarolo”. La fiabesca Adorazione dei Magi è solamente una delle tante opere del Sassetta che sono ospitate. Il viaggio poi prosegue tra i capolavori del Sodoma, di Domenico Beccafumi, di Bernardino Mei, Cesare Maccari e Giovanni Duprè per poi concludersi davanti al bozzetto, datato 1927, di Fulvio Corsini che raffigura la Fontana dell’abbondanza sul lato di via Montanini, quella che tutti noi chiamano “della Granocchia”.

Si potrà godere dei nostri tesori fino all’8 gennaio. Per info e booking: +39 0577 286300 – booking@operalaboratori.com, Per il booking online clicca qui