Chigi Saracini e Consorti, un’amicizia per l’arte

Guido Chigi Saracini e Vico Consorti, due uomini di altri tempi per un’amicizia di altri tempi. Un sodalizio, il loro, che ha prodotto opere d’arte. Oggi alle ore 18.15, in collaborazione con l’Opera della Metropolitana di Siena, il rapporto tra il Conte e lo scultore verrà ricordato in occasione di un nuovo Appuntamento a Palazzo, la serie di iniziative organizzate dall’Accademia Musicale Chigiana di Siena per celebrare il suo fondatore nei 50 anni dalla scomparsa. Ne parleranno, nella Cripta del DuomoLuca Quattrocchi, dell’Università di Siena, e Laura Bonelli, di Vernice Progetti Culturali.

Archivio Lensini

Archivio Lensini

Alla fine della Seconda guerra mondiale Guido Chigi Saracini, visto che Siena era stata risparmiata dai bombardamenti, chiese a Vico Consorti di realizzare una porta di bronzo da collocare «nell’angolo chigiano del Duomo senese», cioè dalla parte della Cappella del Voto, eretta dal Papa Chigi Alessandro VII. L’opera venne inaugurata il 16 agosto del 1946. Questa sarà per Consorti solo la prima di cinque porte monumentali prodotte in pochi anni, compresa la Porta Santa della Basilica di San Pietro che dal 1950 viene aperta dai Pontefici in occasione dei Giubilei.
Sulla scia del successo, lo scultore decise di spostarsi in Sud America. Ma i rapporti con Guido Chigi non si interruppero: Consorti tornerà in Italia nel 1957, e dal 1959 al 1965 realizzerà per lui i ritratti marmorei di Chopin, Vivaldi, Verdi, Bellini, Donizetti, Boito, Celio e Claudio Saracini, ospitati nei giardini della Villa Chigi di Castelnuovo Berardenga.