Alla riscoperta di Cesarini, pittore dei provinciali

Spesso l’ironia non è strafottenza, è amore, è affetto. Enzo Cesarini non ne difettava e i suoi quadri lo testimoniano ancora. Che raffigurino preti, case chiuse, ospizi o manicomi nelle sue opere c’è sempre spazio per l’assoluzione di tutti i peccatori. Da domani 17 dicembre, fino al 7 gennaio, sarà possibile vedere alcuni suoi dipinti, e non solo, all’Antichità Mazzoni di Piazza San Giovanni.

Il senese Enzo Cesarini nacque il 5 febbraio 1914 e morì il 17 marzo 1982. Nella sua vita artistica fu vicino a pittori quali Giacinto Fiore, Emilio Montagnani, Pietro Sadun, Angelo Mucci e Dario Neri. Molti, proprio per la vena ironico-visionaria dei suoi quadri, lo hanno accostato a Mino Maccari, di cui fu amico.

Cesarini, con la sua personalità riservata e solitaria, si relegò nel corso degli anni in un muto isolamento, restio, tra l’altro a cedere e mostrare le opere del proprio lavoro, rimanendo così rinchiuso essenzialmente nel suo alveo privato, pur concedendosi controvoglia alle varie escursioni espositive testimoniate dalle numerose mostre realizzate, dai premi artistici conseguiti e dalle opere pubbliche nel tempo commissionategli.

Da domani sarà possibile riscoprire le opere, anche scultoree, di un’artista che fece di Siena la sua dolce prigione.