Acqua e Beni Comuni: sabato 5 maggio Siena scende in piazza in difesa dei beni comuni e per chiedere l’applicazione dei referendum

I Comitati Acqua Bene Comune, promotori dei referendum sull’acqua di giugno, assieme ad una larga coalizione di associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali hanno indetto una manifestazione per sabato 5 maggio in difesa dei beni comuni e per chiedere l’applicazione immediata dei referendum. Il corteo, accompagnato dalla musica di Scorribanda, banda musicale itinerante, partirà alle 17 da Piazza Gramsci, attraverserà il centro cittadino passando per Piazza del Campo e si concluderà con un’assemblea pubblica a microfono aperto in Piazza Indipendenza.

 

 

 

Il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta dei cittadini italiani ha votato per l’uscita dell’acqua e dei servizi pubblici locali dalle logiche di mercato, per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico.

 

 

 

Ad oggi nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione. Continua invece la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali.

 

 

 

Il Sindaco di Roma Alemanno vuole vendere un ulteriore 21% delle quote pubbliche di ACEA, azionista di maggioranza anche dell’Acquedotto del Fiora. I Sindaci dei comuni del Basso Valdarno, compresi i comuni di Poggibonsi e San Gimignano, hanno votato la proroga di concessione al privato fino al 2026. In tutta la Toscana i sindaci hanno votato a maggioranza di mantenere la “remunerazione del capitale” per i soci privati, ovvero il profitto che abbiamo abolito con il secondo quesito referendario e che a Siena corrisponde al 15,9% sul totale della bolletta.

 

 

 

Acea, Monte dei Paschi di Siena, Suez e Caltagirone, soci privati nella gestione del servizio idrico in Toscana, comandano e i sindaci, obbedienti, deliberano.

 

 

 

Noi non ci stiamo.

 

 

 

A Siena e in tutta Italia è partita la Campagna di Obbedienza Civile che, obbedendo al voto referendario, esige da subito l’eliminazione dalle tariffe della parte relativa ai profitti garantiti come sancito dalla sentenza 26/2011 della Corte Costituzionale nella quale si conferma che la normativa è “immediatamente applicabile”. Nel senese e nel grossetano sono circa mille le famiglie che, attraverso il supporto dei comitati territoriali per l’acqua bene comune, hanno inviato un reclamo all’Acquedotto del Fiora SpA per autoridursi la bolletta decurtando la quota di profitto abolito dal secondo quesito referendario.

 

 

 

Vogliamo difendere l’acqua e tutti i beni comuni, istruzione, sanità, beni demaniali, servizi pubblici locali, dalle politiche di privatizzazioni e dismissioni che ora vengono portate avanti dal governo Monti.

 

Siamo convinti che le privatizzazioni e la svendita dei beni comuni e dei servizi pubblici locali non risolvano la crisi ma anzi la accelerino. Dicono che dobbiamo fare sacrifici per pagare il debito ma che cosa è questo debito e come si è formato? Abbiamo diritto di conoscere come si è formato il debito in Italia e a Siena. Siamo disponibili a pagare solo i debiti contratti per opere e servizi a favore di tutti i cittadini. Non vogliamo pagare i debiti fatti per grandi opere inutili, per spese militari come l’acquisto degli F135 o per stipendi faraonici e privilegi del ceto politico, di ministeri, dei vertici delle banche e della burocrazia.

 

 

 

Vogliamo creare uno spazio democratico aperto, un momento di discussione pubblica che consenta anche a Siena la costruzione di una grande coalizione sociale che veda al suo interno movimenti sociali, forze sindacali, associative e culturali, forze politiche. Questa manifestazione vuole essere il primo passo per un ‘assedio’ ai luoghi oggi impermeabili della decisionalità politica e per il riconoscimento della necessità di una democrazia partecipativa come humus di un nuovo modello economico e sociale.

 

 

 

Non è possibile star fermi a guardare mentre viene calpestata senza alcun ritegno la volontà popolare: per questo chiamiamo tutta le persone e le realtà che hanno sostenuto la battaglia referendaria ad una urgente, forte e determinata mobilitazione cittadina. Perché, come diciamo da tempo, si scrive acqua ma si legge democrazia.