Da tamburino al Mangia, passando per le zone di guerra: la grande emozione di Fabbri

Nato nella Giraffa, lavora con Medici Senza Frontiere: attualmente si occupa di profughi

Da tamburino di Piazza al Mangia, passando per Niger, Malawi, Yemen, Pakistan, Palestina e tante altre zone di conflitto, povertà, fame, guerra, morte, malattie. Tommaso Fabbri, 44 anni, è Mangia 2018, dopo la candidatura proposta dalla sua Contrada, la Giraffa, dove è nato e dove è cresciuto: lavora per Medici Senza Frontiere, l’organizzazione mondiale che agisce nei territori disastrati di tutto il mondo. Il rullo del suo tamburo è andato in giro per il mondo, ma in Giraffa torna spesso, quando ha la possibilità e, magari, torna anche a far rullare le sue mazze.

“E’ stata la Contrada – ha detto – a insegnarmi i principi di mutuo soccorso e di solidarietà, sono quelli che mi sono portato dietro in giro per il mondo con Medici Senza Frontiere Torno quando possibile, comunque sempre quando la Giraffa è in Piazza e spesso quando giriamo. Proverò a essere anche fra qualche giorno (l’Imperiale Contrada ha la festa Titolare la prossima settimana, ndr). Il Mangia è un grande orgoglio, una grande soddisfazione. Di più: una grande emozione che dedico alla mia famiglia, sempre vicina in questo percorso professionale e ai miei amici fraterni. Ringrazio il priore Bernardo Lombardini e tutta la mia Contrada, la mia Giraffa”.

Nato a Siena, nel cuore del rione di Provenzano, Tommaso ha mosso i primi passi allenandosi con il tamburo fino a esordire giovanissimo in piazza del Campo. Poi ha intrapreso il percorso di studi scientifici laureandosi in Tecnologie Farmaceutiche all’Università degli Studi di Siena e vivendo le sue prime esperienze all’estero. Nel frattempo si specializza nell’ambito degli interventi umanitari conseguendo una certificazione presso la “School of Oriental and African Studies” di Londra. Dopo aver operato nei Paesi dove il disagio sanitario è devastante e in zone di conflitti, diventa Capo missione in Palestina e poi in Grecia per l’accoglienza dei migranti. Oltre a portare aiuto e assistenza medica nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non è garantito, dipende da lui anche l’organizzazione sia di interventi di soccorso sul territorio italiano, sia di operazioni di ricerca e recupero nel Mediterraneo Centrale con le tre navi di Medici Senza Frontiere.

“Attualmente la missione a Roma – ha detto ancora Fabbri – è finita, collaboro con Msf e Bruxelles sempre per le questioni relative ai profughi e agli immigrati. C’è bisogno di solidarietà nel mondo, più di quanto si pensi: ci sono situazioni, che ho vissuto personalmente, non facilmente immaginabili. Medici Senza Frontiere agisce non prendendo mai ‘una’ parte in qualsiasi conflitto, ma aiutando indistintamente tutti coloro che hanno bisogno. E’ difficile, è complicato, ma va fatto”. “La bufala – ha detto in tante occasioni parlando di profughi e immigrazione– secondo cui le partenze siano in qualche modo stimolate dalla presenza dei soccorsi in mare è qualcosa che si sente in giro, ma che nessuno ha mai dimostrato. Msf rappresenta gli occhi di una tragedia che nessuno vuole vedere, soprattutto in Europa”. Tommaso Fabbri è il ragazzo di Siena, quello che trovi in Contrada e in Società o che trovavi alle feste delle Consorelle, pronto a cantare uno stornello e a bere un buon bicchiere di vino. Capace, però, di proiettarsi nel mondo con valori culturali ed etici che affondano nelle radici della senesità, quella più pura e genuina. Ed è questo che più ha fatto breccia nel Concistoro, dopo la proposta della Giraffa.

Tommaso Fabbri riceverà il Mangia, la più alta riconoscenza civica della città di Siena, per aver contribuito ad accrescere la fama di Siena nel mondo come di consueto il 15 agosto. Varie volte, Fabbri,, è intervenuto all’Università di Siena in occasione di convegni e incontri con gli studenti, per portare la sua personale testimonianza e raccontare la propria esperienza. Fabbri fa parte dell’associazione USiena Alumni, che raduna coloro che hanno studiato presso l’Università di Siena, ed è sempre disponibile a dare informazioni e consigli ai giovani che vogliono intraprendere un percorso professionale nel settore umanitario. Allo storico, sceneggiatore e giornalista Massimo Biliorsi, proposto dal Gruppo Stampa Autonomo di Siena, e a Lelio Grossi, presidente della Fondazione per la prevenzione dell’usura, proposto dalla Contrada della Torre, la Medaglia di Civica riconoscenza.

Alessandro Lorenzini