Il Rinascimento moderato di Benozzo Gozzoli

San Gimignano celebra con una mostra Benozzo Gozzoli, che per quattro anni risiedette nella città valdelsana, lasciando numerose opere che cambiarono il gusto artistico del luogo.

Benozzo Gozzoli è stato un artista che ha vissuto appieno il proprio tempo. Del quattrocento, il secolo che l’ha visto nascere e morire, ha portato dentro alla sua arte la contraddizione tra un forte legame con il passato e un desiderio di rinnovamento. La tensione tra queste due spinte, non a caso, è stata una delle molle dietro al Rinascimento, il periodo a cavallo tra il Medioevo e l’età moderna. Proprio in uno degli edifici simbolo di quel periodo, Palazzo Medici-Riccardi a Firenze, è conservata l’opera più famosa del Gozzoli, la Cappella dei Magi. Il pittore, nato proprio a Firenze nel 1420/1421 e morto a Pistoia nel 1497, è stato per quattro anni anche a San Gimignano, dove ha lasciato importanti testimonianze del suo valore. Dal 18 giugno scorso la Pinacoteca della città valdelsana ospita una mostra dedicata al pittore fiorentino e alla sua produzione sangimignanese. Curato da Gerardo de Simone e Cristina Borgioli, l’allestimento è promosso dal Comune di San Gimignano e dalla Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio delle Provincie di Siena, Grosseto e Arezzo, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa, Montalcino e la Fondazione Musei Senesi. L’organizzazione e la promozione della mostra è gestita da Opera – Civita.

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Il fulcro dell’esposizione è la tavola con la Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta, che per la prima volta è ricomposta nella sua interezza. Questo è stato possibile grazie ai prestiti internazionali del Musée du Petit Palais di Avignone, del Museo Thyssen-Bornemsza di Madrid e della Pinacoteca di Brera. In questa opera è possibile riconoscere i tratti salienti del pennello del Gozzoli, che sono la capacità di dipingere volti espressivi e di costruire scene in senso prospettico. Esemplare è il viso di Sant’Agostino, con le labbra ben contorniate e un “ombra” di barba.

L’abilità pittorica del pittore fiorentino è stata definita così dal curatore de Simone: «Benozzo è stato un genius loci in ogni posto dov’è andato, riuscendo a incarnare la religiosità dei luoghi. Allo stesso tempo è stato un esponente del rinascimento fiorentino, riuscendo a “mediarlo” per popolazioni più arretrate culturalmente. Benozzo è stato protagonista del revival del decorativismo tardo gotico, come il suo maestro Beato Angelico, e allo stesso tempo ha portato avanti il prospettivismo di Masaccio».

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Il Gozzoli si insediò a San Gimignano tra il 1464 e il 1467, un periodo in cui rivoluzionò il gusto locale per l’arte, “spazzando via” le influenze della scuola senese e affermando quella fiorentina. Nella città delle torri realizzò, nel coro di Sant’Agostino, un ciclo dedicato al Padre della Chiesa e una raffigurazione di San Sebastiano. Non solo, il pittore dipinse anche due Crocefissioni, una per l’Ordine benedettino olivetano, presente tutt’oggi nell’Abbazia di Monteoliveto, l’altra per il Palazzo Comunale. Quest’ultima opera si trova attualmente al Museo di Arte Sacra. Al Gozzoli i sangimignanesi devono anche il restauro della Maestà di Lippo Memmi.

Oltre alle opere citate nel percorso della mostra è possibile vederne altre, tra la Pinacoteca e il Museo di Arte Sacra, che completano la produzione benozzesca a San Gimignano. All’interno dell’esposizione è possibile vedere due disegni del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, che mostrano l’attenzione del pittore per l’antichità classica e la pittura fiamminga. Durante il periodo dell’allestimento ci saranno anche itinerari per osservare i cicli di affreschi presenti nel Duomo, nella chiesa di Sant’Agostino e, in particolari occasioni, al Monastero di Monteoliveto.

Per chi visita la mostra sul pittore fiorentino a San Gimignano c’è la possibilità di ricevere un ingresso ridotto al Museo BeGo (Benozzo Gozzoli) di Castelfiorentino.

Emilio Mariotti