Docenti del Siena Jazz: “Per noi Franco Caroni è il punto di riferimento”

Si parla ancora di Siena Jazz: 66 docenti hanno scritto una lettera che hanno inviato al sindaco Luigi De Mossi.

“Eravamo pronti a farle recapitare l’ennesima missiva con cui, nella qualità di docenti di Siena Jazz – Accademia Nazionale del Jazz, le chiedevamo di rivedere la posizione dell’amministrazione comunale relativamente alla direzione artistica-didattica dell’istituzione in cui prestiamo servizio, quando abbiamo letto pochi giorni fa l’intervista rilasciata a La Nazione dal presidente Fabio Bizzarri, laddove testualmente affermava: ‘Ho incontrato tutti i dipendenti, tutti i componenti della struttura, perché il mio compito in questo momento è assicurare il funzionamento della macchina’. Meravigliati, abbiamo sentito la necessità di scriverle per smentire le affermazioni di Bizzarri, prive di fondamento. Sembra inoltre evidente che il presidente non si sia nemmeno preoccupato di verificare se le modifiche statutarie proposte siano compatibili con l’accreditamento Afam, faticosamente conquistato sotto la guida di Franco Caroni, con la preziosa collaborazione del compianto collega maestro Alessandro Giachero. Il comportamento improvvido e pericoloso attuato dall’attuale presidente nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali ci costringe a esprimere forti riserve sulla fiducia in chi sarebbe deputato a difendere l’integrità e l’autonomia di Siena Jazz, piuttosto che metterla a rischio. I sottoscrittori della presente, docenti del triennio e del biennio Siena Jazz University, corsi di profilo internazionale, fiore all’occhiello di una scuola impegnata da decenni nel formare a Siena allievi dagli 8 anni in su, non hanno mai avuto il piacere di un confronto con il presidente sulla situazione attuale che mette gravemente a repentaglio l’attività di una delle poche scuole di musica in Italia in grado di rilasciare diplomi accademici in discipline jazzistiche equiparati a tutti gli effetti ai titoli emessi dai conservatori statali”.

Proseguono i docenti del Siena Jazz: “Per noi tutti il vero unico punto di riferimento dirigenziale, artistico e didattico di Siena Jazz, era ed è Franco Caroni, colui che nel 1977 ha dato vita a questa meravigliosa creatura e che ha trascorso gran parte della sua vita intento a garantirne il futuro, lavorando dietro una scrivania per più di quarant’anni anche il sabato e la domenica 15 ore al giorno. In questi giorni, colleghi e musicisti affermati come Riccardo Del Fra, Enrico Rava, Stefano Battaglia, le hanno già inviato varie lettere dove le si chiedeva di ritornare sui suoi passi, e soprattutto di non accettare le dimissioni di Franco Caroni, facendo sì che sia lui ad occuparsi della delicata transizione alla futura direzione artistica e didattica. Oltre gli eminenti attestati di stima pubblicamente tributati a Caroni da parte di personalità di rilievo nel campo della cultura musicale, una petizione online per il suo immediato reintegro ha raccolto già più di 5000 firme. Colui che ha messo le fondamenta di Siena Jazz e ha portato orgogliosamente il nome della vostra meravigliosa città in giro per il mondo, meritava sicuramente un epilogo migliore e degli adeguati festeggiamenti di fine carriera”.

“Ma c’è tempo per rimediare, o almeno ce lo auguriamo – si legge ancora nella nota. – Purtroppo molti allievi sono ancora indecisi se iscriversi o lasciare la nostra meravigliosa Accademia vista l’incertezza che regna sovrana, così come tanti insegnanti e musicisti affermati nel panorama italiano e internazionale sono assolutamente spiazzati e perplessi sul da farsi. Auspichiamo vivamente un ritorno alla normale correttezza delle pratiche istituzionali, in cui eventuali modifiche statutarie siano necessariamente conformi alle linee ministeriali da cui dipende inevitabilmente l’accreditamento per il rilascio dei titoli accademici. In questo quadro, crediamo inoltre fermamente che l’unica sede legittima per la nomina del direttore artistico sia in seno alla maggioranza assoluta del consiglio di amministrazione, previo un confronto aperto e trasparente con il consiglio accademico a cui spetta imprescindibilmente il consenso sull’indirizzo e la programmazione delle attività didattiche, di ricerca e di produzione artistica”.