A Monteriggioni arriva il Simposio Enigmistico

Oggi, sabato 16 aprile, l’agriturismo Il Ciliegio in via Uopini a Monteriggioni sarà invaso da oltre 70 cultori dell’arte di Edipo per il quinto Simposio Enigmistico Toscano, un incontro che vedrà sfidarsi i migliori enigmisti classici della penisola provenienti da tutta Italia: dal Piemonte, al Friuli, alla Campania. La manifestazione, promossa dall’associazione culturale Circolo dei Lenti di Siena e da un comitato di enigmisti toscani, è organizzata con la promozione del consiglio regionale della Toscana e i patrocini della provincia di Siena e del comune di Monteriggioni, il cui territorio, per il terzo anno consecutivo, ospita questa importante iniziativa.

“Una grande soddisfazione per la nostra comunità – afferma il sindaco Raffaella Senesi – è per noi un onore accogliere ancora una volta le migliori menti dell’arte enigmistica, segno del consolidarsi di un legame che si è fin da subito creato, quasi per magia, tra Monteriggioni e uno fra i settori più vivi e stimolanti della cultura italiana”.

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Nell’occasione i partecipanti si confronteranno in ardue gare di composizione e soluzione. Quest’anno, i concorsi banditi dagli organizzatori riguardano la creazione di giochi ispirati a Galileo Galilei, all’astronomia e alla scoperta dello spazio celeste. Tra gli organizzatori, l’enigmista e poeta senese Riccardo Benucci (Pasticca), redattore della rivista mensile Penombra, che per i tipi della Editrice Betti ha pubblicato nel 2011 l’antologia di enigmi ‘Il vuoto che brucia’. 

La tradizione dell’enigmistica classica senese affonda le sue radici fin nel secolo XVI. Era infatti il 1538 quando Angiolo Cenni, detto il Resoluto, pubblicò il primo enigma (soluzione, il libro) del Rinascimento che apparteneva ad una raccolta ordinata di composizioni del genere, quella dei ‘Sonetti giocosi da interpretare, sopra diverse cose comunemente note’. Il Cenni, che di professione faceva il maniscalco alla Postierla, fu tra i fondatori della Congrega dei Rozzi. Altri enigmi venivano composti, a quel tempo, da personaggi quali l’Attento (Lorenzo Fucci, ballerino), l’Avviluppato (Marc’Antonio, ligrattiere), il Dolente (Ansano Mengàri da Grosseto, pittore), lo Strafalcione (Ascanio Cacciaconti, ottonaio), il Traversone (Ventura, pittore), il Voglioroso (Alessandro di Donato, spadaio).

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Un senese importante nella storia dell’enigmistica classica, nella prima metà del novecento, fu il geniale anagrammista Spada di Sparta (Spartaco Spadacci) cui si devono frasi di assoluta bellezza quali ‘Il cireneo scortava = la Veronica e Cristo’, ‘L’umile orto di Getsemani = meritò il lamento di Gesù’, ‘L’eroica lotta del Piave = è la vittoria dell’epoca’ sino a giungere al sempre attuale ‘La bandiera tricolore = il caro labaro ridente’.

E’ sulle pagine della rivista genovese Aenigma, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, che emergono due purissimi talenti enigmistici di casa nostra: Roberto Gagliardi (Tagete e Cuor di Mago), apprezzato e compianto professore al liceo classico Piccolomini e Giuliano Ravenni (Il Priore), primario ospedaliero, già onorando priore, appunto, della contrada di Valdimontone.

Ravenni, in particolare, è stato uno dei più celebrati autori di poetici della sua generazione. Scomparso nel 2002, trionfò al congresso nazionale di Cattolica (1983), aggiudicandosi in seguito i prestigiosi premi Stelio e Capri. Di lui è uscita l’antologia ‘E’ venuto un momento’.

Riccardo Benucci (Pasticca), presidente dell’associazione Biblioteca Enigmistica Italiana Giuseppe Panini, sin dal 1980 s’impegna a rinverdire i fasti della nobile tradizione enigmistica senese, avendo al suo attivo premi raccolti in oltre 150 concorsi di composizione e soluzione. Contradaiolo della Torre, è tra i più assidui collaboratori della Settimana Enigmistica, firmando i giochi anche con gli pseudonimi di Spadaforte e Rosso fulmine.