6 giugno 1961: Mario Castellano è arcivescovo di Siena

Il 6 giugno 1961 papa Giovanni XXIII nomina Mario Ismaele Castellano Arcivescovo di Siena: una città che ha capito, amato, e della quale ha fatto sue lo spirito, la storia, le tradizioni e le passioni. Una città dove ha scelto di vivere fino alla morte.

Nei ventotto anni di ministero episcopale senese, Monsignor Castellano si è distinto per il suo essere affabile e cortese, tanto che veniva familiarmente chiamato “l’arcivescovo del sorriso”, per il suo saper parlare con chiunque al di là delle differenze di pensiero e di ideali, per un forte impegno pastorale che ha portato alla fondazione di molte nuove parrocchie nel territorio dell’arcidiocesi. Devoto, studioso e profondo conoscitore di Santa Caterina fonda l’Associazione Internazionale dei Caterinati, e si prodiga per far proclamare la Santa senese Dottore della Chiesa (1970) e Compatrona d’Europa (1999).

Ritiratosi dalla vita pastorale nel 1989, sceglie di rimanere a Siena, sua patria di elezione, che lo aveva insignito, tra l’altro, del “Mangia d’Oro” nel 1979. Monsignor Castellano muore il 12 aprile 2007 e viene tumulato in duomo.

Nato ad Oneglia il 22 settembre 1913, dopo la laurea in giurisprudenza ed il servizio militare come capitano degli Alpini, entra nell’ordine domenicano e, trascorsi alcuni anni come docente di storia del diritto canonico all’Angelicum di Roma, nel 1954 riceve la consacrazione episcopale e da Papa Pio XII che lo nomina vescovo di Volterra. Richiamato a Roma lavora come assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana e come consultore del Sant’Uffizio. Durante gli anni senesi (ma reggerà anche le diocesi di Colle Val d’Elsa e Montalcino) partecipa al Concilio Ecumenico Vaticano II, come membro delle commissioni per la Chiesa ed il mondo, per l’apostolato dei laici e per le comunicazioni sociali, e sono in gran parte opera sua la redazione della costituzione conciliare “Gaudium et spes” e dei decreti “Apostolicam actuositatem” ed “Inter mirifica”.

E’ stato vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, presidente della Caritas Italiana, membro della commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico e della commissione per la revisione del Concordato fra la Chiesa e lo Stato Italiano.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti