3 agosto 1874: viene abolito il Palio alla lunga

Il 3 agosto 1874 la Giunta Municipale ratifica la delibera (datata 30 luglio) con la quale viene abolito il palio alla lunga. Sin dal medioevo il 15 di agosto, per onorare la Madonna Assunta, per le vie della città era uso correre un palio alla lunga a cui partecipavano nobili e cavalieri.

La corsa, che rientrava a pieno diritto nei festeggiamenti di mezz’agosto è attestata fin dagli anni ’30 del Duecento anche se fino al Trecento occupava un ruolo marginale nei festeggiamenti organizzati per l’Assunta. Al palio alla lunga non veniva disputato tra i rioni cittadini, ma il drappo andava in premio al proprietario del cavallo vittorioso (fosse o meno montato da un fantino: spesso il palio alla lunga veniva disputato da cavalli scossi).

In origine la mossa era a Fontebecci e solo dal tardo Cinquecento fu spostata prima fuori porta Romana (tra l’osteria del Pavone e la chiesa di Valli) e poi presso il monastero di Santa Maria degli Angeli,ovvero “Il Santuccio”. Nell’antico Borgo della Maddalena, in fondo a via di Valdimontone, nel punto in cui incrocia via Roma, del resto, è visibile ancora oggi, sul lastricato stradale, la pietra serena rettangolare dove veniva montato il verrocchio per la partenza del palio alla lunga. Il mantenimento di tale ricordo si deve ad un intervento ufficiale del Comitato Amici del Palio quando, alla fine degli anni Quaranta del Novecento, venne rifatta la lastricatura. Fino al momento della trasformazione del Monastero di Santa Maria degli Angeli ad istituto scolastico Giovanni Caselli, avvenuto a metà degli anni Trenta dello scorso secolo, erano visibili anche le due campanelle di ferro, che erano utilizzate come attacco per mettere in tiro il canape.


Per quanto riguarda l’arrivo, invece, per il palio alla lunga è sempre stato davanti al sagrato del Duomo e il drappellone veniva appeso alla colonna con la lupa. Nel corso dei secoli, però, il palio alla lunga diviene desueto, soppiantato dal quello alla tonda che si faceva in Piazza e aveva due grandi pregi: il popolo poteva assistere e godere dell’intera corsa, mentre i governanti, dal canto loro, proprio perché il popolo stesso era radunato tutto in Piazza del Campo, potevano tenere meglio sotto controllo eventuali risse e schermaglie. 

di Maura Martellucci e Roberto Cresti