26 luglio: da secoli data di scontri e rivalità per la Torre

Il 26 luglio è una data che ricorre spesso nella storia della rivalità della Torre, sia con l’Oca che con L’Onda. Nel 1671, mentre fa il suo ingresso in Duomo il nuovo Arcivescovo Celio Piccolomini, durante la cerimonia ufficiale di insediamento i giovani della Torre e dell’Oca accendono una furiosa mischia nel disputarsi, come vuole la tradizione, il baldacchino sotto il quale sono entrati in città i dignitari della Chiesa. Non è cosa facile ristabilire l’ordine, anche perché la rissa diviene più furiosa quando i contendenti cominciano ad usare le aste dell’ambito baldacchino.

I fatti che opposero giovani di Torre e Onda risalgono, invece, al 26 luglio 1713, la sera della Festa Titolare della Torre. Come è tradizione viene organizzata un serata danzante a cui partecipano ballerini che attirano l’attenzione di molti curiosi. Fra questi c’è la fidanzata di tal Santi Pierucci, un cappellaio dell’Onda, per la quale, all’improvviso nasce una lite con un torraiolo, Orazio Mannotti. Fra i due pare esistessero anche vecchi rancori e dopo l’accaduto Mannotti si apposta in prossimità della casa del nemico, in Via San Salvadore; ma l’ondaiolo conosceva bene l’altro e, appostato nell’ombra, uccide Mannotti a coltellate. Seguono giorni di grande tensione dovuta al fatto che Mannotti era al tempo capitano della Torre, per cui persona molto stimata e conosciuta.

I contradaioli della Torre, armati di bastoni e coltelli, invadono le strade dell’Onda alla ricerca del colpevole che nel frattempo è però fuggito a Napoli e la situazione non si placa nemmeno con l’arresto di molti facinorosi, tanto che le autorità comunali riuniscono i vertici delle due Contrade per giungere ad una risoluzione. Il 10 agosto vengono convocate le assemblee e si arriva ad un accordo sancito con atto del notaio Giuseppe Grisaldi del Taja e l’Onda, come atto di scuse, deve restituire alla Torre un tamburo d’ottone sottratto nel Seicento Allo storico accordo seguono sbandierate e fuochi d’artificio ed un grande convivio in Piazza del Campo a cui partecipano i protettori più in vista dei due rioni e un centinaio di popolani per parte. Nonostante tutto, però, le rivalità non cessarono mai.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti