25 febbraio 1798: dopo l’assedio dei francesi, papa Pio VI arriva a Siena

Il 25 febbraio 1798 arriva a Siena papa Pio VI. Nato Giannangelo Braschi, il 25 dicembre 1717, di nobile famiglia romana, fu consacrato papa il 22 febbraio del 1775 (peraltro, venne eletto pontefice quando ancora non era stato nominato vescovo e pertanto si rese necessaria, prima della sua definitiva presa di possesso della Santa Sede, la sua ordinazione). Durante il suo pontificato compie opere di valorizzazione dello stato pontificio come bonifiche, strade, opere idrauliche.

E’ vicino alla cultura del tempo: ospita Canova e Goethe, solo per fare due esempi. Promuove opere di carattere storico archeologico che riportano alla luce l’Apollo citaredo e il sepolcro degli Scipioni. Poi arrivano i francesi e occupano Roma. Pio Vi viene arrestato per conto di Napoleone dal generale Berthier durante l’invasione . Il papa chiede ospitalità al granduca di Toscana Ferdinando III, ed una volta autorizzato dal Direttorio, il 19 febbraio, parte per Siena, dove rimane ospite per tre mesi. Inizialmente viene alloggiato nel convento di Sant’Agostino, dove però lo coglie il terremoto del 26 maggio; considerati i gravi danni subiti dal convento, Pio VI viene trasferito nel vicino palazzo di Giuseppe Venturi-Gallerani, antistante la chiesa, dove rimane fino a sera, quando va nella più sicura villa di Torre Fiorentina.

Raggiunto dall’ordine di partire verso la Certosa di Firenze, sotto la minaccia di un’invasione francese in Toscana se il granduca avesse continuato a dargli ospitalità, il 1° giugno il papa parte per la nuova destinazione, dove resta fino al 1799. La lapide che ricorda la permanenza senese di Pio VI si trova nel Pignatello e immortala il momento in cui il pontefice, secondo la tradizione, passeggiando per questa via si ferma a benedire le monache che lì risiedono inserendo, si dice, il piede proprio nel foro sul quale è stata posta la lapide affinché le religiose potessero baciarlo.

Pio VI, continua la tradizione che prende il sapore di “gossip storico”, sembra che avesse dei piedi davvero brutti, che lui, però, non esitava a mostrare spesso tanto che Pasquino scrive ironico: “Roma guarda Pio! Non è Pio e un mimo dalla fluente chioma e dal vezzoso piede!” Pio VI muore, esiliato, il 29 agosto 1799 e Napoleone, nel 1802, fece rientrare a Roma la salma. E’ l’amico Canova a Scolpire, venti anni dopo, il grandioso monumento funebre che lo ricorda.

Maura Martellucci

Roberto Cresti