14 agosto 1730: il furto delle sacre particole in San Francesco

La notte del 14 agosto 1730, intorno alle 24, alcuni ladri rubano dalla basilica di San Francesco, più precisamente dalla cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova (oggi intitolata al miracolo delle Sacre Particole) una pisside argentea contenente le ostie.

Tre giorni dopo un chierico ritrova le particole casualmente in Provenzano dentro una cassetta dell’elemosina: scrive il Pecci che sono nella “quantità di 348 intiere e sei pezzi rotti”. Dopo essere state esposte per un giorno, vengono traslate solennemente in San Francesco (e l’evento poteva chiudersi qui), dove ancora oggi se ne conservano 225 perfettamente integre (e questo è il fatto davvero straordinario, potremmo dire miracoloso).

Per motivi “igienici” le ostie, che vengono offerte ai fedeli, ma, essendo consacrate, conservate in una pisside fatta sigillare. Dopo circa trent’anni, la pisside viene aperta e si constata che le ostie sono integre e intatte, nonostante la normale natura le porti a disfarsi entro un paio di anni. Questa operazione viene ripetuta nel tempo e le particole non mutano natura.

L’arcivescovo Tiberio Borghese, nel 1789, vuole fare una “riprova” e chiude delle semplici ostie non consacrate, per un decennio in una scatola per verificare se anch’esse si sarebbero mantenute o, si sarebbero corrotte, ma all’apertura trova solo materia putrefatta. Un’apposita commissione di esperti le esamina nel 1914 per spiegare la miracolosa e secolare conservazione e nella loro relazione affermano che le ostie “sono ancora fresche, intatte, fisicamente incorrotte, chimicamente pure e non presentano alcun principio di corruzione”.

Le sacre Particole sono state adorate anche da Sua Santità Giovanni Paolo II, nel corso della visita pastorale effettuata a Siena il 14 settembre 1980. L’ultima ricognizione e le ultime analisi sono state volute dall’arcivescovo Monsignor Antonio Buoncristiani nel settembre 2014 ed i risultati prodotti da un gruppo di ricercatori dell’Istituto per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali di Firenze (I.C.V.B.C.) afferente al Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.), coordinato dal Dott. Ing. Cristiano Riminesi sono ancora gli stessi: buono stato di conservazione delle ostie e totale assenza di contaminazione. Al ricordo delle prime analisi scientifiche condotte sulle Sacre Particole è stato dedicato il Palio di luglio appena corso.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti