1 settembre 1834: Siena ottiene l’autorizzazione per “una pubblica scuola infantile”

Il 1 settembre 1834 Siena chiede ed ottiene dal governo granducale l’autorizzazione ad aprire “una pubblica scuola infantile”. Proprio in quest’anno si costituisce, infatti, una associazione per l’infanzia, guidata da Policarpo Bandini, “con lo scopo di stabilire in Siena una scuola infantile gratuita a benefizio della classe povera”.

Il primo asilo inizia a funzionare in alcune stanze prese in affitto nel palazzo di Bartolomeo Cospi Billò, in Via Pantaneto, poi, nel 1849 si sposta nell’ex Convento di S.Francesco, preso in affitto dal Seminario Arcivescovile e, successivamente, in un locale nel Fosso di Sant’Ansano. Bandini, si adopera in prima persona per promuovere le scuole infantili, non solo inviando lettere a cittadini influenti e alle Contrade per illustrare le finalità delle scuole materne, assicurare la moralità dei programmi, e, soprattutto, chiedere aiuti finanziari necessari alla loro apertura e al loro mantenimento, ma donando, nel 1866, ben 25.000 lire in azioni della strada ferrata senese.

Viene aperto così un secondo asilo, in Piazza delle Cappuccine (oggi Piazza Matteotti) e Bandini viene nominato presidente onorario a vita degli asili senesi. Nel 1870, nei locali dell’ex Convento di Santo Spirito, viene aperto un terzo asilo, che però viene spostato 15 anni dopo in Via Giovanni Dupré, per far posto al Carcere Giudiziario. La nuova sede composta di “due aule, un refettorio e un giardino molto piccolo” è intitolata proprio a Policarpo Bandini, per commemorare la sua scomparsa avvenuta undici anni prima.

Così, nel 1885, nasce l’Asilo Infantile Policarpo Bandini, che la “Società degli Asili Senesi” gestisce fino all’inizio degli anni Settanta del Novecento, per poi essere trasformata in scuola statale nel 1978. Nel settembre del 2005, l’attività scolastica è spostata nella ex falegnameria dell’orfanotrofio di San Marco. Dal 2006 i locali sono passati in comodato d’uso alla Contrada Capitana dell’Onda che li sta portando a nuova vita grazie ad un progetto di trasformazione in spazi museali e polifunzionali fruibili a tutti.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti