Murlo: dagli etruschi nasce anche il ‘Murlotto’

Ed ecco il “murlotto”, il biscotto con la foggia del cappellone, partorito dalla fantasia dei murlesi, nell’ambito del festival Bluetrusco. 
La riscoperta delle radici etrusche ha ispirato di una ragazza dell’associazione culturale Murlo, subito tradotta in realtà dal forno locale. 

Murlotti 1
Così, durante una serata gestita dal Slow food per la parte gastronomica, è spuntato lo straordinario biscotto, il cui nome è stato scelto, democraticamente, con un referendum che si è svolto in piazza e via internet. Murlotto è stato preferito a Gran vescotto, Murlino bianco, Etruscotti, Gran  murlese, Gran murlotto…
Ma ciò che più conta, è che l’evento abbia coinvolto la popolazione locale, al punto creare questa declinazione gastronomica rispetto al tema centrale, per Murlo, degli Etruschi. Bluetrusco ha solo amplificato una identità sopita, restituendo a questo piccolo centro un ruolo internazionale – che merita – in ambito archeologico. Non si è tratta solo di ospitare i più grandi nomi dell’etruscologia e della cultura, da Maurizio Bettini a Giovannangelo Camporeale, che hanno fatto di Murlo la capitale dell’archeologia. Bluetrusco ha prodotto anche cultura. Ad esempio, ha rappresentato la spinta fondamentale per la prima traduzione in italiano della ponderosa opera di George Dennis, “Città e necropoli dell’Etruria”, edita da Nuova immagine. Il professor Alberto Piazza ha fatto rivelazioni straordinarie sull’andamento degli studi del Dna della popolazione murlese e toscana, che sembrano confermare una contaminazione con popolazioni provenienti dall’attuale Anatolia. E, ancora, ogni personaggio (tra questi anche David Riondino e Moni Ovadia, non solo gli studiosi) ha espresso un suo parere, un suo punto di vista. Tutto ciò è stato illuminante: ha dimostrato che il mondo antico non è così lontano e che, anzi, ha tanto da insegnare anche alla società attuale. La musica è stata l’altra anima di un evento che ha voluto unire nel nome, la passione per i suoni degli Etruschi alla nota magica del jazz e del blues. Anche in questo caso, con il contributo di Giulio Stracciati e di Siena Jazz, sono arrivati grandi nomi, da Francesco Cocco Cantini a Simone Graziano, dallo stesso Stracciati a una star della chitarra jazz: il newyorkese Nir Felder. Inoltre, Anthony Tuck ha presentato alcune importantissime scoperte durante la campagna di scavi che si è svolta a luglio a Poggio Civitate.
Per Murlo, grazie a una strategia lungimirante dell’amministrazione guidata dal sindaco Fabiola Parenti, si apre una nuova stagione. Bluetrusco è stato un punto di partenza non banale. Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario del Ministero dei Beni culturali, delle attività culturali e del turismo,  durante l’inaugurazione ha dichiarato: “Bluetrusco rappresenta una scelta intelligente e di qualità che porterà Murlo al centro di un’attenzione qualificata, che rappresenterà un mattoncino, anzi, un mattoncione grande per costruire quell’identità culturale che poi diventerà anche una identità turistica”. Questo l’obiettivo del Comune, perfettamente colto anche a livello ministeriale. Moni Ovadia, ha aggiunto una valutazione altrettanto lusinghiera: “Credo che questo luogo meriti un pellegrinaggio di coloro che quelli che invece di fare turismo  vogliono viaggiare e voglio distillare straordinaria memoria c’è negli  oggetti c’è nei luoghi in cui ha messo la mano, quando nel suo tempo lavorava per edificare e non per consumare”. L’avventura di Bluetrusco è partita, dunque, sotto i migliori auspici.