Firenze, a spasso nell’arte

Visitato il quartiere di Santo Spirito (potete ritrovare qui l’inizio dell’itinerario) decidiamo adesso di attraversare per la prima volta il fiume Arno passando proprio da Ponte Vecchio. Sulla nostra destra in alto ritroviamo il Corridoio Vasariano che avevamo lasciato all’interno della Chiesa di Santa Felicita.

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Ponte Vecchio, uno dei simboli di Firenze, è stato il primo ponte ad aver unito i due lati dell’Arno. Ritrovamenti archeologici condotti sul fondale del fiume hanno infatti testimoniato la presenza di una prima passerella rudimentale proprio nella zona in cui l’Arno si restringe e che ancora oggi corrisponde all’attuale tratto sormontato da questo ponte, unico superstite dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il nostro obiettivo è passare da quello che rappresentava il centro romano dell’antica, prima, Birent che letteralmente significa ‘tra due fiumi’ (il Mugnone e l’Affrico) e poi Florentia con il cardo massimo orientato Nord-Sud (da Via Roma all’Arno) e il decumano massimo orientato Est-Ovest (da Via Strozzi a Via del Corso). Il centro dei due assi era il foro cittadino individuabile nell’odierna Piazza della Repubblica.

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Attraversato l’ombelico della Città iniziamo la nostra visita al quartiere fiorentino di San Giovanni con il suo colore araldico Verde ed i suoi gonfaloni Chiavi (zona San Marco e Santissima Annunziata), Vaio (Santa Maria del Fiore), Drago Verde (Santa Maria Maggiore) e Lion d’Oro (San Lorenzo).

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Entriamo nelle piazze Duomo e San Giovanni. Santa Maria del Fiore abbaglia per colori e per maestosità. È la quarta chiesa d’Europa per grandezza, dopo San Pietro in Vaticano, Saint Paul a Londra e il Duomo di Milano. Costeggiando la Cattedrale dal lato sinistro e lasciandoci alle spalle il Campanile di Giotto, il Battistero e la Loggia del Bigallo entriamo nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Appena inaugurato, odora ancora di vernice e di pulito, rappresenta l’innovazione assoluta in termini di esposizione permanente di opere d’arte. La manutenzione ed il restauro dei vecchi locali, uniti all’acquisizione degli spazi una volta platea e scena del vecchio teatro degli Intrepidi, hanno generato un nuovo concetto di spazialità museale dove l’opera d’arte riacquisisce la sua funzione all’interno di un contesto e non solamente come elemento a sé stante. La ricostruzione del Paradiso, lo spazio che divide l’ingresso della Cattedrale dal Battistero di San Giovanni con la famosissima Porta del Ghiberti, in scala 1:1, con la collocazione delle sculture originali negli spazi per cui erano state concepite, regala al visitatore una sensazione di realtà e di senso dell’arte che talvolta perdiamo quando ci soffermiamo troppo sulle singola opera strappata dalla propria collocazione originale.

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Il percorso che si snoda tra le vecchie e nuove sale offre inaspettate nuove idee di musealizzazione dei capolavori appartenenti a Santa Maria del Fiore quali la Maddalena di Donatello e la Pietà di Michelangelo e conduce alla sala omaggio a Brunelleschi: video, ricostruzioni in scala, ipotesi virtuali cercano di trasmettere la grandiosità del progetto del maestro fondatore dell’architettura rinascimentale che nella cupola del Duomo di Firenze trova la propria consacrazione.
Uscendo dal Museo dell’Opera entriamo in Via Ricasoli diretti alla Galleria dell’Accademia, custode dell’opera d’arte più conosciuta al mondo dopo la Gioconda di Leonardo Da Vinci: il David di Michelangelo.
A pochi passi dalla Galleria, Piazza San Marco con il convento domenicano di cui fu Priore Girolamo Savonarola e l’omonimo museo con opere di Beato Angelico e Fra Bartolomeo. Se proseguendo a destra rispetto al Convento di San Marco, arriviamo in Piazza SS. Annunziata, uno dei primi capolavori di urbanistica ed architettura rinascimentale del Brunelleschi con la Basilica omonima, l’Ospedale e la Chiesa degli Innocenti, girando a sinistra imbocchiamo Viale Cavour in direzione di Via Martelli. A metà strada, sulla destra, il Palazzo Medici Riccardi, opera architettonica di Michelozzo e per oltre un secolo rappresentante del potere politico ed economico della famiglia Medici, ci introduce al rione di San Lorenzo con la conosciutissima basilica al cui interno è possibile ammirare la Cantoria ed il pulpito di Donatello, lo stile architettonico di Brunelleschi e la famosa volta astronomica della Sagrestia Vecchia riportante la posizione del sole e dei pianeti alla data del 4 luglio 1442, elemento di mistero e tutt’oggi all’esame degli studiosi.

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Il quartiere di San Giovanni ingloba tutto il rione di San Lorenzo, passando dalle Cappelle Medicee fino al nuovo Mercato Centrale che, se appena aperto poteva rappresentare un modello contemporaneo di distribuzione gastronomica, con il passare dei mesi è stato nuovamente sorpassato, in gusto e verità, dal più reale e concreto “vecchio” mercato Centrale di San Lorenzo che continua la propria attività al pian terreno dello splendido “capannone” in stile liberty. Attraverso Via dei Conti torniamo nel cuore romano di Firenze attraversando Via de’ Cerretani, costeggiando la Basilica di Santa Maria Maggiore ed immettendoci su Via Roma fino alla Colonna dell’Abbondanza di Piazza della Repubblica, confine geografico del quartiere dei “Verdi” di San Giovanni e da cui partiremo la prossima settimana per il nostro terzo itinerario fiorentino.

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Abbiamo provato per voi:

Una colazione a:
La Ménagére, Via de’Ginori: un ambiente informale in cui proposte gastronomiche di alto livello, fiori ed accessori per la casa si incontrano e convivono. Ideale per una pausa, un drink, un caffè, in un ambiente riportato al nudo e crudo sapore da scantinato in via di ristrutturazione, ma addolcito dagli accessori per la casa che, tra un cocktail, una tapas o una spremuta di frutta fresca,una fetta di torta bio, puoi acquistare o semplicemente apprezzare per originalità.

Un pranzo a:
Impressione Chongqing, Via Sant’Antonino: un ristorante orientale che vi farà dimenticare quella che credevi essere la cucina cinese. Tradizione culinaria della Cina centrale per gli appassionati della sostanza e non tanto della forma, questo ristorante infatti non si cura di un ambiente semplice e privo di fronzoli ma punta a servire piatti da dove esce finalmente la grandezza dei sapori orientali nella loro reale essenza.

Una merenda, aperitivo a:
Caffè delle Oblate, Via dell’Oriuolo: uno dei panorami nascosti più belli di Firenze. Una delle sedi storiche della città, la Biblioteca delle Oblate realizzata nell’ omonimo ex convento trecentesco e che, al piano attico del palazzo, offre la possibilità di godersi una pausa sui tetti della città con la cupola del Brunelleschi incastonata tra il rosso delle tegole e che prepotentemente sembra volerti avvolgere in tutta la sua maestosità.

Una cena a:
Zio Gigi, Via Portinari: lo chef e proprietario calabrese, tra un intonazione canora da vero tenore lirico e due battute in dialetto fiorentin-meridionale, riesce a realizzare, da una semplice ricetta tipica toscana, un piatto dai veri sapori italiani; risultato eccellente frutto di rispetto per la tradizione soprattutto nella scelta delle materie prime.

Shopping:
Mercatino delle Pulci della Fortezza: ogni prima domenica del mese un mercatino vintage per tutti gli amanti dell’originalità e del pezzo unico proprio di fronte alla Fortezza San Giovanni, detta da Basso in contrapposizione al forte San Giorgio noto invece come Belvedere.