Siena e il vestito della Festa

Siena si veste per la Festa, scegliendo i suoi abiti più belli ricamati dai riti del Palio. La città si prepara ad accendersi di passione, a pregare e a imprecare, a piangere e a sorridere, a vivere il momento della vittoria e quello della sconfitta, in una scia vorticosa di emozioni contrapposte che danno vita al gioco più bello: il Palio.

Batte forte il cuore quando il cielo azzurro come quello dipinto da Ambrogio Lorenzetti nel ‘Buon Governo’ si affaccia sulla Piazza che si riempie di colori, vivaci nonostante la ‘polvere’ del tempo. Batte il cuore respirando per la prima volta l’aria bona di un’estate senese che sta per ripetersi, immutabile e inaspettata come sempre. Batte il cuore quando per la prima volta, dopo l’inverno, si pesta il tufo oro, entrando in Piazza del Campo.

Funziona così, nessuna analisi psico-antropologica potrebbe spiegarlo nei dettagli, perché tutto è disegnato dalle emozioni e queste, una volta conosciuta Siena con il suo Palio, non sono spiegabili in maniera precisa. Emozioni e sensazioni che vanno vissute in punta di piedi, se non si conosce la città. Con l’entusiasmo dei bambini nel vedere la follia dei senesi e con la consapevolezza di una grande gelosia che questi hanno nei confronti della loro Festa, a dispetto del clamore mediatico.

E’ vero, molte cose sono cambiate e questo è innegabile.
E’ cambiata la città, che con un brusco atterraggio è tornata al mondo reale (anche se molti, purtroppo, ancora non se ne rendono conto) e ai problemi veri e seri di ogni giorno. In primis una grande carenza di prospettive per i giovani, e di lavoro. E’ cambiato uno stile di vita che non è più basato sulla rendita (per molti ma non per tutti), nonostante esista ancora il tentativo di accaparrarsi qualche ultimo centro di potere scatenando patetiche scaramucce pseudopolitiche tese solo a cercare facili compensi. Ciò che non è cambiato, purtroppo, è il concetto di ‘lavoro’, ancora sconosciuto a tanti.
Sono cambiati i modi e i tempi, sono cambiati anche gli interessi. Eppure l’approccio al Palio, anch’esso cambiato, mantiene invariate almeno le emozioni. Le uniche caratteristiche sincere che sono rimaste e che per fortuna, almeno in questo caso, non si possono comprare. Questo modo di essere ci appartiene, ci si nasce con il sangue che bolle, ci scava dentro a ogni rintocco di Sunto per poi riempirci di gioia a ogni attimo condiviso della nostra Festa, che non ha – almeno per ora – rivali. Certo, tutte queste storie sul Dna dei cavalli e ‘amenità’ analoghe fanno venire il latte alle ginocchia perché questo è un sistema per appiattire il Palio e farlo somigliare a tutta quella serie di corse in giro per l’Italia che vorrebbero scimmiottarlo. Come se, prendendo l’esempio di quella favola di Esopo che parla della volpe e dell’uva, Siena fosse l’uva che si lascia maturare tanto, fin troppo, fino a cadere – quasi marcia – dritta nella bocca della volpe.

Tant’è. Oggi siamo a goderci la terra in Piazza con uno sguardo al primo consiglio regionale che attende l’arrivo della senese Monica Barni, un’attesa che sembrerebbe prefigurare il ritorno di Massimo Vedovelli al suo ruolo di Rettore dell’università per Stranieri. Siamo a parlare anche di Mens Sana e di Robur, di cultura, del destino di una Banca che si prepara a una fusione, di economia dovremmo poi parlare ben poco perché questa città non è capace di farla in maniera seria, abituata come era alla rendita. Uno sguardo a tutto questo e un piede sul tufo, quindi, col cuore che batte. Lavorando col pensiero a questo cielo azzurro come quello del Lorenzetti che ancora, dopo secoli, si affaccia sulla città nella speranza di un ‘Buon Governo’. Nell’antitesi senza fine che questa città vive in ogni suo aspetto, oggi torniamo a pensare alla Festa. Noi cercheremo di raccontarla in maniera diversa, convinti che il Palio non faccia notizia. Il Palio è, appunto, un racconto. E come tale va vissuto e spiegato. Con tutti i colori che possiamo, con le emozioni, con le immagini. Senza l’ansia da notizia che in questi giorni dove tutto pare fermarsi, non ha proprio senso.

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Speriamo di farvi cosa gradita.
Buon Palio a tutti!

Katiuscia Vaselli

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