Truffa dell’incidente: donna derubata in pieno centro a Siena

Due anelli, due orologi Rolex e 1700 euro in contanti. Ecco quanto è fruttata la truffa ad una malvivente che aveva preso di mira un’anziana signora senese.

Il fatto è avvenuto in via dei Termini, nell’abitazione dell’anziana,dove si è presentata la presunta ‘dottoressa Elvira Martuscello’ – così la truffatrice si è qualificata davanti alla donna – per farsi dare dei soldi a titolo di risarcimento per un altrettanto presunto incidente stradale causato dal marito. L’anziana ha consegnato alla malvivente gioielli, orologi e quasi 1700 euro in contanti. La presunta dottoressa si è dileguata ed è stato in quel momento che l’anziana ha capito e ha chiamato i carabinieri. Il nucleo operativo di Siena centro è intervenuto subito ma al momento non ci sarebbero tracce della truffatrice. Dopo molti mesi di pace susseguenti a diverse denunce operate dai Carabinieri di Siena, si è dunque verificata una nuova truffa ad una persona anziana. Da tempo i Carabinieri vanno effettuando conferenze sul tema delle truffe agli anziani, spiegando agli anziani tecniche e modus operandi adottati dai truffatori. In realtà la questione è semplice ed intuitiva: non ci si deve fidare di nessuno, in particolare di chi chiede soldi raccontando storie pietose, o affermando di agire per scopi benefici in nome e per conto di enti pubblici, che mai e poi mai potrebbero riscuotere denaro contante casa per casa. Il classico degli ultimi tempi è la telefonata con la quale un sedicente avvocato informa la vittima di un presunto incidente occorso ad un di lui familiare.

Da tale notizia, che getta l’anziano nel panico, deriva una successiva richiesta di denaro e il fatto che si preannunci che a momenti qualcuno passerà a casa per riscuotere quel denaro. Per pagare c’è sempre tempo. Sicuramente c’è il tempo per chiamare familiari amici e magari, anzi soprattutto, i Carabinieri. Esiste un numero di emergenza al quale qualcuno deve rispondere giorno e notte ed è il 112. A chiamarlo non si disturba mai. Anzi i Carabinieri saranno ben felici di rispondere e dare delle indicazioni, recriminando anzi assai spesso sul fatto che nessuno si sia preso la briga di metterli in allarme per tempo. Se poi si è trattato di un falso allarme sarà solo l’ennesimo, pazienza. Occorre dunque che ognuno sensibilizzi i propri anziani, li metta in allarme perché il pericolo di truffe è reale e non ci si può fidare di nessuno. Al minimo dubbio debbono chiedere ausilio senza pensare di poter essere compatiti per questo, lo devono fare. Anche gli organi di informazione hanno fornito e stanno fornendo un grande contributo del quale si cominciano a raccogliere i frutti in termini di attenzione collettiva.

Sempre nella giornata di ieri, i carabinieri di Siena sono passati dalla truffa all’identificazione, nell’ambito di servizi di controllo, di un marocchino di 48 anni, denunciato per “possesso di armi od oggetti atti ad offendere”: l’uomo è residente a Roccalbegna (GR), coniugato, nullafacente, con precedenti denunce per reati di matrice predatoria.
questi veniva identificato nel corso di un controllo alla circolazione stradale e, a seguito di perquisizione personale, veniva trovato in possesso di un coltello a serramanico lungo complessivamente ben cm. 20 ed avente lama lunga cm. 10, dunque di genere proibito, nonché di un enorme cacciavite particolarmente idoneo per possibili effrazioni e non facente parte delle dotazioni di bordo del mezzo.
Nel medesimo contesto, venivano espulsi dal territorio nazionale due cittadini tunisini che all’atto del controllo si trovavano a bordo del mezzo, entrambi sconosciuti in banca dati, un trentenne domiciliato a Grosseto e un ventenne senza fissa dimora. I due risultavano essere clandestini sul territorio nazionale. Dopo gli opportuni accertamenti e grazie all’emissione di un ordine di espulsione da parte della competente Questura di Siena, venivano allontanati. Qualora inottemperanti a tale ordine potranno essere espulsi se nuovamente fermati
Gli oggetti sottoposti a sequestro, sono stati assunti in carico e debitamente custoditi in attesa del futuro processo.