Terrecablate, approvato bilancio del 2018: utile netto di oltre 180mila euro

Oltre 180mila euro di utile hanno chiuso il bilancio del 2018 in positivo. I risultati di esercizio, differenza tra ricavi e costi di una azienda, indicano la salute della società e segnano un miglioramento del 4,5 per cento rispetto ai 12 mesi precedenti. E’stato un anno positivo per Terrecablate, l’azienda attiva nel settore delle telecomunicazioni a Siena.

“Un buon bilancio, ormai ci siamo presi la bella abitudine di riuscire ad avere numeri molto positivi – sottolinea il presidente del Consorzio Terrecablate, Michele Pescini-. Da tre anni di fila otteniamo grandi risultati con il nostro utile”.

Dei più di 180mila euro di bilancio approvati per l’anno passato, per un fatturato complessivo di oltre 4 milioni e 600mila euro, una cifra pari a 100mila euro saranno destinati al socio unico, il Consorzio. Una parte del ricavato, 50 mila euro, sarà invece destinata ai lavoratori dell’azienda, una scelta etica.

“Io devo ringraziare i dipendenti, lavorano costantemente per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati – spiega l’amministratore unico Marco Turillazzi-. In passato siamo stati costretti a fare interventi sulle retribuzione ma oggi siamo in condizione di premiare i loro sforzi”.

Giocare un ruolo da protagonista nello sviluppo economico senese cercando, allo stesso tempo, di allargare i bacini di utenza. L’azienda si pone questi obiettivi già per questo 2019. Sono 8mila i clienti che vengono serviti da Terre Cablate , di cui il 30% sono imprese. Ed è proprio sulle attività del territorio che Terrecablate ha intenzione di progettare il proprio futuro, puntando a diventare operatrice delle telecomunicazioni per le varie aziende senesi. Ad oggi Terrecablate conta su uno staff di 25 persone, di cui 10 sono ingegneri, il piano industriale prevede con la crescita della società anche l’attuazione di nuove assunzioni.

“Raggiungiamo questi obiettivo in un mercato competitivo – conclude Turillazzi – Pensate che i nostri competitor si chiamano Vodafone, Fastweb, Telecom”.

Marco Crimi