Siena, la città del cielo e degli orizzonti infiniti


Nella prima del 1300, nel periodo di maggiore potenza economica, a Siena venne deciso di ampliare la cattedrale del tempo. Un progetto che avrebbe reso il Duomo di Siena una delle più grandi dell’intera cristianità ma che, per una serie di calamità, non vide mai il suo compimento. Nel 1339, dopo accese discussioni, il Consiglio generale deliberò di ricostruire la chiesa. La città però fu colpita gravemente da una crisi economica e anche dalla peste nera che uccideva i cittadini, l’economia della Repubblica conobbe una fase di depressione. Ad subirne maggiormente le conseguenze fu quello che sarebbe dovuto diventare il Duomo nuovo che non vide mai la sua nascita. Dal prossimo 8 maggio fino all’8 settembre 2019 il complesso monumentale del Duomo di Siena, dedicato a Santa Maria Assunta, invita a contemplare nuovi orizzonti con la salita dell’unica testimonianza di quella che sarebbe dovuta diventare la nuova Cattedrale: il Facciatone con i suoi orizzonti e il suo panorama sulla città.

Se c’è un modo per valorizzare degnamente e in modo unitario le terre di Siena, è quello di offrire ai visitatori l’esperienza da vivere e da conoscere: dal Facciatone lo sguardo si perde fino alla Val d’Orcia e all’Amiata, dall’altra parte, oltre le pennellate urbane della città, si apre il Chianti. Significa che poi, una volta tornati giù dal Facciatone, quei luoghi meravigliosi si vadano a conoscere, a visitare e che si voglia scoprire cosa c’è in questa città che rimane nascosto guardando dal basso. Non solo, quindi, approccio estetico con viste mozzafiato ma un vero e proprio studio di valorizzazione della città e del territorio che aprano nuove prospettive anche di permanenza turistica. Un’idea che nasce proprio grazie a esperienze analoghe raccontate dai visitatori.

Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19, da quest’anno e solo su prenotazione, sarà possibile accedere straordinariamente al Facciatone anche dalle 8. Per tutto il giorno, fino all’8 settembre, durante la permanenza sulla terrazza panoramica, i visitatori saranno invitati a contemplare il panorama attraverso una introduzione alla città effettuata da accompagnatori multilingua.

I numerosi visitatori che salgono all’Acropoli e attraversano il Duomo di Siena, la cosiddetta Cripta, il Battistero e il Museo dell’Opera si trovano immersi in un tripudio di forme e colori che, nell’intenzione dei committenti e degli artisti, segnano l’accesso alla “Gerusalemme celeste”. L’ingresso nella realtà eterna, suggerito dalla ricchezza e ricercatezza dei materiali come il marmo bianco, era un tempo ancora più esplicito per la presenza, sull’Altar Maggiore della Cattedrale, della Maestà di Duccio di Buoninsegna, ora conservata nel Museo dell’Opera. La Regina di Siena e del Cielo, assisa sul rifulgente trono cosmatesco, si circonda della corte di angeli e santi che vigilano sulla città personificata nei quattro patroni. Spesso, nell’iconografia senese sia religiosa che politica, santi e uomini di governo, sostengono con le mani e offrono il modello della Città a Maria, civitas Virginis. Dal Museo, con la salita fino al Facciatone, il “modello” diventa reale: torri, palazzi, campanili si delineano all’interno della cinta muraria ancora ben conservata che delimita e si confonde con gli infiniti spazi del paesaggio, dalle dolci colline senesi fino alle asperità dell’Amiata. Ma dall’alto muro, sarà possibile non solo leggere i monumenti, ma anche “vedere un nuovo cielo e una nuova terra” (Apocalisse 21, 1). Alcuni operatori aiutano i visitatori a riconoscere dall’alto i “luoghi” più significativi della Città terrena, quella originata dal “Buon Governo”, con l’invito, una volta discesi, a vivere con intensità e a fermarsi negli stessi luoghi in cui la comunità senese si riconosce.

Il Facciatone, con le sue possenti fondamenta e le sue leggere altitudini, crinale “nella solarità abbagliante dei suoi marmi e cotti” (Mario Luzi), è lo spazio in cui Siena salda in unico sguardo la Città della Terra e la Città del Cielo.