Siena e il sociale – Le Bollicine: “Il sogno dei ragazzi parte da Casa Clementina”

Continuano le nostre interviste per conoscere il terzo settore della città. L’associazione Le Bollicine si racconta a Siena News

Qualche idea e tanta voglia di cambiare le cose. Una città solidale, che non ha mai smesso di pensare al prossimo. Ecco cosa ha spinto i volontari dell’associazione le Bollicine a creare un gruppo forte e compatto per aiutare i ragazzi disabili della città. Francesca Poggiani – presidente dell’associazione – ci racconta la storia e le tante attività di chi non ha mai smesso di crederci.

 

Quando è nata la vostra associazione?

Correva l’anno 1990. Eravamo ancora poche persone, accomunate da una forte passione: quella per i cavalli. Ma non solo. La nostra volontà era quella di creare un servizio per i più emarginati, i disabili, avvalendoci di questi animali meravigliosi. Unendo idee e progetti, è nata l’associazione Le Bollicine.  Lo scopo era promuovere attività sportive, educativo-riabilitative e di socializzazione, in favore delle persone diversamente abili residenti nella provincia di Siena. Il tutto era rafforzato dalla volontà, di un gruppo di famiglie, di creare maggiori opportunità per l’integrazione e la vita dei propri figli.

Che cosa fanno e cosa hanno fatto le Bollicine?

Sono passati 26 anni dall’anno della fondazione. Oggi svolgiamo attività istituzionali per  57  persone. Abbiamo circa 35 volontari che collaborano in maniera continuativa ai progetti associativi, oltre a quelli del servizio civile. I giovani rappresentano il terreno più fertile per portare avanti i valori dei fondatori. Abbiamo anche personale qualificato, oltre ai volontari (educatori professionali, psicologi, assistenti sociali,  laureati in scienze motorie) per  la realizzazione dei percorsi educativi, convinti che chi sappia, e sappia fare, trasmetta le proprie conoscenze a chi vuole imparare.

Qual è il vostro rapporto con il territorio e le istituzioni?

Negli anni ci siamo integrati sempre di più con il territorio e soprattutto con le altre associazioni di volontariato e con le istituzioni locali.  Abbiamo dato vita ad attività integrate con le scuole e le associazioni sportive, grazie anche ai tanti volontari che ci sostengono. Nel 2014, ad esempio, dopo la stipula di un protocollo d’intesa con il Corpo forestale dello stato, è stato possibile realizzare esperienze residenziali e attività equestri.

Quali attività si possono trovare nella vostra associazione?

In particolare organizziamo attività sportive  e riabilitative, soprattutto corsi di equitazione, calcio e ginnastica in convenzione con La  Società della Salute Senese. Partecipiamo ed organizziamo eventi sportivi per disabili  a livello nazionale internazionale. Realizziamo percorsi formativi e progetti di inserimento socio- terapeutico  in convenzione con la Società della Salute Senese. Inoltre, organizziamo corsi di formazione rivolti a volontari impegnati in percorsi educativi per affiancare  persone diversamente abili. Abbiamo realizzato progetti e attività di aiuto personale per famiglie in situazioni disagio, grazie a servizi di accompagnamento e trasporto, attività di socializzazione  per le persone diversamente abili e le loro famiglie. Per i nostri ragazzi organizziamo spesso feste, gite, soggiorni estive e uscite nel territorio.

Quali sono i progetti futuri?

C’è un nuovo impegno per l’associazione e per i ragazzi delle Bollicine. Abbiamo in programma progetti  e attività finalizzati  al potenziamento delle autonomie personali e sociali. Così organizziamo corsi di cucina e serate di ristorazione aperte alla cittadinanza, laboratori sulla cura della persona, sul rispetto dell’ambiente, per dare ai nostri ragazzi un’autonomia personale. Organizziamo da circa 5 anni, progetti di rete con l’associazione Asedo e con la Pubblica Assistenza di Siena finalizzati al potenziamento delle autonomie personali e sperimentazione di percorsi di residenzialità per il “Durante e Dopo di Noi”. Inoltre, grazie ad un protocollo di intesa con l’Asp città di Siena, da novembre 2015 si è dato vita a  percorsi di residenzialità in un appartamento in via Tufi. “Casa Clementina” è il nome scelto dai ragazzi. Abbiamo creato un luogo in cui stare insieme e vivere insieme il quotidiano. E’ la risposta alla crescente domanda di autonomia e di integrazione dei ragazzi delle Bollicine e delle altre associazioni coinvolte.

Ci racconta un momento significativo o qualcosa che vorrebbe condividere con i lettori?

Vi voglio riportare una breve testimonianza dell’esperienza vissuta dai nostri ragazzi. Si tratta della pagina di diario di una ragazza affetta da sindrome di down, in cui viene descritta una tipica serata a Casa Clementina. Queste sono le parole di Giulia. “Siamo partite io e mamma per andare a Porta Tufi. Io salivo le scale ed ho visto Riccardo ed Alessandro che facevano i letti. Ci siamo salutate io e Letizia e poi abbiamo guardato dentro il frigorifero per vedere cosa c’era rimasto. Poi io ho scritto nella lista: due piadine, la rucola, il prosciutto cotto. Siamo andati a fare la spesa: io e Riccardo, insieme ad Alessandro. Letizia e Chiara sono rimaste a casa. Chiara è stata molto brava, ha apparecchiato la tavola. Riccardo ha lavato i pomodori, io e Gaia abbiamo tagliato i pomodori insieme. Mentre Letizia preparava le nostre piadine con la rucola, il prosciutto cotto e lo stracchino, io dentro l’acquaio ho lavato i piatti. Tutti insieme abbiamo messo a posto. Poi, tutti in  gruppo, abbiamo lanciato i cuscini e cominciato a fare a cuscinate, mentre io e Caterina abbiamo ballato hip hop. La sera siamo usciti per sgranchire le gambe, abbiamo visto un gelataio e ci siamo convinti a mangiare un gelato. Io ho scelto Bacio di Siena e fior di latte, i gusti che mi piacciono. Siamo andati per la città, arrivando in piazza del Campo. Abbiamo fatto il giro per l’Orto dei Tolomei di notte e tornati a casa per dormire. La mattina ci siamo svegliati.” Io ci trovo tanta forza in queste parole e soprattutto la voglia di vivere nonostante la malattia.  Il 2017 vedrà le Bollicine impegnate nel prosieguo di tutte le sue attività, con lo stesso spirito, la stessa tenacia e lo stesso impegno che la contraddistinguono fin dalla sua fondazione. Con un piccolo sogno nel cassetto, però: fare passi avanti per Casa Clementina ed i suoi “abitanti”. Un numero sempre maggiore di ragazzi che possano raggiungere un grado tale di autonomia da poter davvero vivere da soli, magari in un’altra casa. Questa sì, tutta loro!

(foto di archivio dell’associazione)

Michela Piccini